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Articoli per la parola chiave ‘russamento’

La scala visuale del russamento (VSS)

21 giugno 2010 @ 21:45

Vi proponiamo questa scala (Visual Snoring Scale – VSS), costruita sulla base del concetto di scala visuale analogica (Visual Analogue Scale – VAS), che permette una valutazione approssimativa della entità di un fenomeno difficile da misurare in modo quantitativo esatto. La scala esprime il punto di vista del partner sul vostro russamento.

Come fare il test: Per rispondere ad ognuna delle tre domande che seguono, trascinate con il mouse il segno rosso fino a creare una riga della lunghezza che vi sembra giusta per esprimere la vostra risposta. Quando la lunghezza vi soddisfa, lasciate andare il mouse. Potete modificare il vostro giudizio fino a che avete premuto il tasto “Calcola il punteggio totale”. A quel punto comparirà un risultato numerico, che potete confrontare con la scala riportata in basso.

Comincia il test dal punto 1











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Interpretazione  del punteggio

  • Fino a 5: russamento accettabile
  • Da 5 a 15: russamento fastidioso
  • Da 15 a 25: russamento estremamente fastidioso
  • Oltre 25: russamento insopportabile

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Questo test è stato ideato dal dottor Thornton per esprimere la vostra valutazione sul vostro russamento, il modo in cui convivete con il disturbo. Insomma, consente una valutazione della vostra qualità di vita in relazione al russamento.

Comincia il test
Scala di Thornton del russamento - TSS

Il mio russamento influenza la relazione con il mio partner

Il mio russamento rende il mio partner irritabile o stanco


Il mio russamento ci costringe a dormire in camere separate


Il mio russamento è forte


Il mio russamento disturba altre persone quando dormo fuori casa (per esempio condividendo una camera d'albergo, in campeggio, in un rifugio di montagna, in barca...)



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Interpretazione del test

Non esiste un criterio riconosciuto per interpretare i dati. Ve ne proponiamo uno molto semplice:

  • Punteggio fino a 4 = Convivete bene con il russamento
  • Punteggio uguale o superiore a 5 = Il russamento disturba in modo significativo la qualità della vostra vita

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Chi siamo

24 maggio 2010 @ 12:38

…. e cosa facciamo:  LO STAFF DELLO STUDIO

Qui ci siamo quasi tutti (manca solo Alessandra)

 

 

 

Dottor Franco Sacchi

Franco

Medico dentista, titolare dello studio dal 1988. Lavora in campo odontoiatrico dal 1983.

Dai primi anni ’90 si occupa, oltre che dei diversi campi tradizionali dell’odontoiatria, in particolare delle relazioni fra occlusione dentale e postura globale del corpo, in collaborazione con chiropratici, osteopati, fisioterapisti. Ha avuto perciò occasione di trattare molti disturbi apparentemente lontani dalle usuali competenze del dentista: cefalee, disfunzioni delle articolazioni della mandibola, dolori della colonna vertebrale (soprattutto cervicale, ma non solo), capogiri….. sempre con terapie dentali.

Dal 2009 ha iniziato anche a trattare il russamento e la sindrome delle apnee del sonno con apparecchi dentali. Ha frequentato numerosi corsi di formazione specifici e nel 2011 ha conseguito la certificazione AIMS di medico esperto in disturbi del sonno. E’ stato il primo odontoiatra a superare questo esame in Italia. In questo campo è particolarmente importante la collaborazione interdisciplinare, di cui diamo conto nella pagina dedicata a questo tema.

Altri campi di interesse sono l’ortodonzia, anch’essa svolta tenendo in considerazione la crescita di tutto il corpo del bambino e le influenze che gli interventi sui denti esercitano sulla colonna vertebrale, e l’implantologia, per la quale utilizza dal 2005 la tecnica di Bruschi e Scipioni, che consente il trattamento in una o due sole sedute di casi altrimenti risolvibili solo con interventi chirurgici complessi.

 

Dottor Massimo Monserrino

Massimo

Odontoiatra, fa parte del nostro gruppo dal 2002.

Massimo è il nostro endodontista, cioè si occupa delle terapie canalari dei denti (le cosiddette devitalizzazioni). Oltre a questo compito, che è l’unico del gruppo a svolgere, si occupa anche di protesi fissa, con particolare riguardo alla protesi estetica, di chirurgia orale e di odontoiatria conservativa (otturazioni e ricostruzioni dei denti).

 

 

 

Dottoressa Cinzia Angileri

Cinzia

Odontoiatra e specialista in ortognatodonzia e odontoiatria infantile, è con noi dal 2007.

Si occupa di ortodonzia, con particolare riguardo alle tecniche invisibili ed estetiche, e nel nostro studio in particolare si occupa di parodontologia. E’ esperta inoltre in odontoiatria infantile e pediatrica, anche con bambini diversamente abili.

Serena Lazzari

Serena

Segretaria dello studio dal 2002.

Si occupa di organizzare al meglio il lavoro quotidiano dell’equipe, delle relazioni con i pazienti e della parte amministrativa. Qualche volta viene reclamata come “seconda assistente” durante gli interventi di implantologia e il suo compito principale è quello di “rasserenare” il paziente.

 

 

 

Sara De Angelis

Sara

Assistente e odontotecnica, lavora con noi dal 1998.

Attualmente è in studio due giorni la settimana, ma si occupa di molte cose, soprattutto di assistenza in igiene orale, ortodonzia e in protesi fissa e rimovibile.

 

 

Marcela Orlandi

Marcela

E’ la più giovane del gruppo, e nel 2008 è arrivata dal Brasile… per lavorare con noi come  assistente alla poltrona.

 

 

Alessandra Pinzani

 

Logopedista, con noi dal 2000.

Segue le terapie di rieducazione funzionale dei muscoli della bocca. Molto spesso i problemi di malocclusione dentale sono accompagnati o causati da atteggiamenti errati della lingua o delle labbra: il lavoro di Alessandra consiste nell’insegnare ai bambini (e qualche volta anche agli adulti) ad utilizzare in modo corretto lingua e labbra.

Non chiamatelo "semplice!"

Comunemente definiamo “Russamento semplice” la presenza del rumore notturno in assenza di apnee, e lo consideriamo un disturbo benigno, almeno per il soggetto (non certo per il partner!).

La realtà è più complessa: i disturbi respiratori del sonno si caratterizzano come un continuum, in cui ogni livello sfuma progressivamente nel successivo:

  • Il russamento occasionale e leggero è un evento che può capitare a tutti, ad esempio in occasione di un raffreddore o di una faringite, oppure dopo una cena con abbondante accompagnamento di alcoolici. Di solito non comporta effetti significativi, rumore a parte.
  • il russamento abituale non è altrettanto inoffensivo. Qui la parziale ostruzione respiratoria è presente quasi ogni volta che il soggetto dorme, e può accompagnarsi a disturbi significativi:  nei russatori abituali possono essere presenti, in misura molto superiore che nei soggetti non russatori, due importanti fattori di rischio per la sopravvivenza del paziente: l’ ipertensione arteriosa e la sonnolenza diurna (Portaluppi et al. 1997, Peppard et al. 2000Smith-Battagel 2004). Inoltre il livello di benessere soggettivo, misurato con diverse scale di autovalutazione, diminuisce in presenza di russamento abituale. Ovviamente il benessere del partner, e quindi anche la qualità  delle relazioni di coppia, è influenzato soprattutto dalla intensità e dalla frequenza del russamento.
  • il russamento abituale può causare sforzi importanti per mantenere aperte le vie aeree, al punto da determinare micro-risvegli (arousal). In questo caso  il disturbo viene definito con un nome complicato: “sindrome da resistenza delle vie respiratorie superiori” (Upper airways respiratory syndrome = UARS); è in sostanza una forma intermedia fra russamento e apnea del sonno. In questa forma di ostruzione respiratoria la probabilità che siano presenti anche ipertensione e sonnolenza diurna è più elevata. Non c’è diminuzione della ossigenazione del sangue, a differenza che nella OSAS.
  • Al di sopra di un livello definito di ostruzione respiratoria (AHI maggiore di 5) si parla di sindrome delle apnee ostruttive del sonno (OSAS). Qui la respirazione si ferma del tutto, e la situazione è ancora più grave. La esaminiamo nella pagina dedicata alle apnee del sonno.

Risultati sulla sonnolenza

10 maggio 2010 @ 22:57

Come abbiamo visto la sonnolenza diurna è uno dei sintomi più importanti della sindrome delle Apnee del Sonno (OSAS), ma può essere causata anche dal russamento “semplice” o dalla forma intermedia nota come UARS.  E’ una delle conseguenze più rilevanti dei disturbi respiratori del sonno per il rischio aumentato di incidenti stradali e sul lavoro. Di conseguenza è fondamentale valutare gli effetti sulla sonnolenza delle terapie effettuate.

Le revisioni della letteratura sugli apparecchi dentali mettono in evidenza risultati soddisfacenti, di solito sovrapponibili a quelli ottenuti con la CPAP, per tutte le valutazioni sulla sonnolenza e in generale per i test neuro-cognitivi (Hoekema 2004, Ferguson 2006).  La maggior parte delle valutazioni sono state effettuate utilizzando la scala di Epworth o altri test soggettivi, cioè basati sulle valutazioni del paziente o del partner. Va detto che nei casi in cui è stata eseguita una valutazione obiettiva con misurazioni effettuate dai medici, come il test MSLT, i risultati sono stati simili: in generale la scala di Epworth viene considerata un indice fedele della situazione.

Hoffstein ha esaminato, sullo specifico tema della sonnolenza, un gruppo di articoli che valutano 854 casi. il punteggio della scaladi Epworth si è ridotto da una media di 11,2 (prima) a 7,8 (dopo la cura con apparecchi dentali).

Fra i lavori originali sul tema, lo studio di Smith e Battagel (2004) è  interessante perchè dimostra una diminuzione della sonnolenza in un gruppo di “russatori semplici”, cioè in assenza di OSAS, trattati con un apparecchio dentale.

Negli ultimi anni alcuni studi hanno valutato la sonnolenza, oltre che con criteri soggettivi, anche con tests obiettivi. Ad esempio in una ricerca olandese (Hoekema et al. 2007) un gruppo di soggetti con OSAS grave (AHI medio di 50) è stato sottoposto ad un test di simulazione di guida dell’auto su tracciato noioso; le performances erano nettamente peggiori di quelle di soggetti senza OSAS; dopo terapia con apparecchi dentali il livello di attenzione era normalizzato, e il risultato era identico a quello ottenuto con la CPAP.  Buoni risultati sono stati conseguiti nel 2009 dal gruppo di Gagnadoux. Qui la vigilanza diurna è stata misurata con il test OSLER, un sistema di valutazione obiettiva che misura le latenze del sonno e il numero di errori compiuti, e con diversi altri test; anche in questo studio i risultati ottenuti con gli apparecchi dentali  sono stati praticamente identici a quelli ottenuti dalla CPAP.

Uno degli studi più significativi sulla efficacia degli apparecchi dentali è la revisione fatta da Hoffstein nel 2007, che prende in considerazione tutti gli articoli scientifici pubblicati fino a quella data.

A proposito del russamento sono considerati 47 articoli. I risultati ottenuti sono definiti “molto buoni” per la maggior parte dei pazienti, sia dal punto di vista del giudizio del partner, sia della misurazione obiettiva del rumore, quando effettuata. Le percentuali di successo variano dal 75% al 90%.

Il grafico che riportiamo qui sotto è tratto da uno di questi studi (Pancer et al, 1999 ). L’apparecchio dentale utilizzato in questo studio era il TAP.

La differenza fra le colonne azzurre (“prima della cura”) e quelle nere (“dopo la cura”) è così evidente da non aver bisogno di molte spiegazioni: le risposte del partner a tutte e quattro le domande riflettono un miglioramento molto soddisfacente.

Cliccare per ingrandire


Diagnosi

7 maggio 2010 @ 23:21

La prima cosa da dire su questo argomento è che la presenza di apnee del sonno va sempre valutata in presenza di russamento o di altri sintomi sospetti, e  soprattutto che nessuno deve essere sottoposto a terapie di qualsiasi tipo contro il russamento  senza che sia  stata ricercata la presenza di apnea del sonno. Se si omette questa precauzione si corre il rischio di “silenziare ” il paziente senza risolvere il problema dell’apnea: così avremo soppresso il principale segnale di allarme, e il nostro paziente potrà continuare a soffocare senza più dar fastidio a nessuno!

A questo proposito va notato che spesso un forte russatore può essere giudicato “migliorato” dal partner proprio perchè ha iniziato a soffrire di apnee del sonno: quanto più è grave la forma di apnea tanto meno il soggetto respira, e quindi il russamento diventa sempre più intermittente (limitato alle fasi di iperventilazione); perciò risulta essere meno fastidioso per il partner.

La diagnosi di sindrome delle apnee del sonno è basata:

1) Sulla raccolta di informazioni in possesso del paziente e del suo partner, che permettono di sospettare la malattia

2) Sulla visita medica, orientata alla valutazione della situazione generale e locale del paziente (esame della bocca, del naso e della faringe). Questa visita può essere integrata, quando necessario, da ulteriori esami specialistici che permettono di valutare meglio bocca naso e faringe.

3) Sui dati strumentali, ricavati dalla polisonnografia o dal monitoraggio del sonno, che permettono di confermare o escludere il sospetto diagnostico.

In questa pagina approfondiamo invece quali sono le domande da fare per sospettare l’apnea. in generale i sintomi maggiori della sindrome delle apnee del sonno sono:

  • Russamento abituale
  • Sonnolenza diurna
  • Apnee (testimoniate dal partner)
  • Risvegli notturni con senso di soffocamento

I segni obiettivi più importanti  sono invece

  • Obesità, o comunque aumento di peso significativo in tempi recenti
  • Circonferenza del collo maggiore di 43 cm per gli uomini e di 41 cm per le donne
  • Mandibola piccola o posizionata indietro rispetto al mascellare superiore (“mento sfuggente”)

Per indagare questi sintomi, e altri  sintomi definiti “minori”, che comunque sono utili per valutare la malattia, sono stati creati numerosi test e questionari. Si veda la pagina “I nostri test” quelle correlate (una per ogni test), e le pagine “domande e risposte“, “questionario” e “consultazione gratuita“.

Apnee del sonno

@ 22:42

Nel capitolo sul russamento abbiamo esaminato il meccanismo che porta alla ostruzione parziale delle vie aeree. Quando l’ostruzione delle vie aeree diventa più grave, si arriva alla chiusura  parziale o completa, illustrata nelle figure che seguono. Si parla allora di sindrome delle apnee ostruttive del sonno, nota anche come OSAS (Obstructive Sleep Apnea Syndrome).

I meccanismi sono gli stessi già descritti per il russamento.

Come introduzione “leggera” all’argomento vi suggeriamo un video su un epidodio di apnea del sonno (con drammatizzazione musicale) comparso un anno fa su Youtube. Dura circa un minuto e fa capire abbastanza bene cosa succede al paziente in questa situazione. Oppure il video che abbiamo pubblicato da poco “Apnea del sonno in 4 minuti“, che spiega più diffusamente il problema e comprende anche il tracciato cardio-respiratorio del sonno.

Va notato che nei soggetti con OSAS il calibro delle vie aeree è diminuito ancor più che nei russatori (Schwab 1993, 2003, Schwab-Strohl 2003), ma la attività neuromuscolare di base è maggiore che nei soggetti senza OSAS (Fogel et al. 2001, Malhotra et al.2002). Questo consente una respirazione normale finchè il soggetto è sveglio, ma nel sonno il tono muscolare diminuisce, il calibro delle vie respiratorie si riduce, la mandibola cade all’indietro e ruota (spesso la bocca è aperta) e le vie aeree superiori si chiudono (Clark et al 1996, Thornton 1998).

Vie aeree ostruite

Particolare delle vie aeree ostruite

Se la chiusura è parziale si determina una riduzione del flusso aereo (ipopnea). Quando la faringe si chiude completamente, la respirazione cessa (apnea). Questa situazione è potenzialmente mortale. Man mano che l’apnea procede, l’ossigeno nel sangue diminuisce (ipossiemia) e la anidride carbonica aumenta (ipercapnia): il cervello viene avvertito di ciò, e invia una sorta di messaggio di allarme (liberando adrenalina e aumentando l’attivazione del cosiddetto sistema simpatico).

La conseguenza più importante è il risveglio del cervello stesso (“arousal“) che provoca l’attivazione dei muscoli dilatatori della faringe (quelli che si rilassano nel sonno) e quindi la sospensione dell’apnea: il soggetto effettua di solito tre o quattro respiri fragorosi, e l’ossigenazione torna a livelli accettabili. I risvegli sono nella grande maggioranza dei casi di brevissima durata, e non vengono ricordati al mattino. Qualche volta invece il paziente si sveglia con la sensazione di soffocare (del tutto realistica), e questo è un sintomo importante di probabile sindrome delle apnee del sonno.

Dopo il risveglio la situazione si normalizza, il sonno torna profondo, le vie aeree possono di nuovo chiudersi per effetto del rilassamento muscolare, e il ciclo ricomincia. Questa situazione di “va e vieni” fra periodi di apnea e momenti di iperventilazione può ripetersi anche centinaia di volte nel corso di una notte.

Se esaminiamo il filmato di un paziente con una forma grave di apnea del sonno (ad esempio “Apnea del sonno in 4 minuti“, oppure “What is sleep apnea”),  la cosa sorprendente è che il paziente sia ancora vivo dopo una notte passata quasi senza respirare.

Gli effetti dannosi causati da questa situazione sono parecchi, e spesso gravi.  Li esaminiamo nelle pagine dedicate alle conseguenze delle apnee del sonno.

Russamento

@ 22:23

Se non c’è ostruzione delle vie aeree, il flusso dell’aria nelle prime vie respiratorie è tranquillo (flusso laminare) e quindi silenzioso.

Vie aeree normali
Particolare delle vie aeree

In posizione supina le vie aeree si restringono leggermente (Masumi et al. 1996). Durante il sonno c’è una diminuzione della attività dei muscoli dilatatori della faringe, e quindi tutte le pareti della faringe tendono a restringersi ulteriormente rispetto allo stato di veglia.  Questo accade in tutte le persone senza distinzione, è un fenomeno fisiologico. Davidson 2003, Trudo et al. 1998)

Però le vie aeree possono essere più strette del normale per cause anatomiche: depositi di grasso, tonsille molto ingrossate, palato molle (ugola) lungo e spesso, mandibola piccola…

oppure per cause funzionali (alcool, farmaci sedativi..). In questo caso le strutture possono diventare, nel sonno, ancora più strette: il flusso dell’aria diventa turbolento, si crea una vibrazione dei tessuti molli delle vie aeree,  che produce il rumore che conosciamo come russamento. Anche l’ostruzione del naso acuta (raffreddore) o cronica (deviazione del setto, ipertrofia dei turbinati) può determinare indirettamente il russamento: se respiriamo a bocca aperta la mandibola tende a cadere più facilmente all’indietro, restringendo le vie aeree.

Va notato che il rumore del russamento può essere prodotto dalla vibrazione di una qualsiasi delle strutture coinvolte: non solo il velo del palato (come si credeva anni fa) ma anche lingua,  pilastri tonsillari, pareti laterali della faringe, epiglottide, e anche le secrezioni della mucosa, possono vibrare e produrre rumore.

Nel russamento si ha quindi una situazione intermedia fra quella delle figure appena viste (vie aeree normali) e quella  qui sotto, che rappresenta l’ostruzione completa delle vie respiratorie.

Vie aeree ostruite

Perchè questo sito?

27 aprile 2010 @ 16:12

Perché un sito dedicato alla terapia con apparecchi dentali?

Perché è una terapia efficace per il russamento e le apnee del sonno.  Sicuramente fra le più efficaci, fra quelle oggi disponibili, in termini di rapporto costo/beneficio.  Soprattutto se consideriamo non solo il costo economico (che pure è modesto) ma soprattutto il costo biologico (effetti collaterali poco significativi) e quello psicologico (accettazione della terapia):

  • La cura con apparecchi dentali è poco invasiva, quindi molto ben accettata dei pazienti: si tratta di apparecchi notturni, più semplici e confortevoli di quelli usati dai nostri bambini per l’ortodonzia.
  • Ha una percentuale di successi molto elevata (vedi le pagine sui risultati: 1, 2, 3, 4).
  • E’ reversibile: se per qualche motivo risultasse sgradita o inefficace, è sufficiente sospenderla per tornare al punto di partenza.
  • Gli effetti collaterali sono modesti e in gran parte spariscono spontaneamente dopo qualche giorno o settimana di uso degli apparecchi.
  • E’ compatibile con le esigenze di una vita movimentata (viaggi per lavoro o turismo, vita all’aria aperta, campeggio, montagna, barca…)

Perché è una terapia emergente nei paesi sviluppati del mondo, e gode di una considerazione sempre maggiore fra gli specialisti di medicina del sonno. Si vedano le valutazioni riportate nella pagina “indicazioni, e le linee guida della associazione americana di medicina del sonno.

Perché è ancora pochissimo conosciuta e ancora meno praticata in Italia.  Per iniziare a colmare questo vuoto è nata nel febbraio 2010 a Milano la SIMSO (Società Italiana di Medicina del Sonno Odontoiatrica), che riunisce i dentisti che si interessano alla Medicina del Sonno.  Il lavoro da fare per diffondere conoscenza e diagnosi della Sindrome delle Apnee del Sonno è molto, e i dentisti sono in una buona posizione per contribuire a svolgerlo. Ancora di più per far conoscere opportunità e limiti  della terapia dentale.

Perché non è una terapia perfetta, naturalmente, come non lo è nessun’altra su questo pianeta, e ci sembra corretto anche evidenziarne le limitazioni e le controindicazioni, e anche i casi in cui altri tipi di trattamento sono preferibili.

Speriamo di dare un valido contributo con questo sito web.

Domande, critiche e notizie di qualsiasi tipo da parte di colleghi e pazienti sono molto gradite!