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Archivi di novembre, 2010

Smettere di russare per vivere meglio: lo slogan si può applicare anche al golf!

Il titolo dell’articolo, pubblicato un anno fa su Chest e di recente commentato su MedNews,  è “leggero”, ma la sostanza è di notevole rilevanza: la qualità delle performances psico-fisiche migliora in modo netto curando l’apnea del sonno. Naturalmente non solo per i giocatori di golf.

Golf alle Hawaii – Cliccare per ingrandire

Per leggere l’articolo cliccate sul link qui sotto:

Medical News: CHEST: Treating Sleep Apnea May Improve Golf Scores – in Meeting Coverage, CHEST from MedPage Today.

Se desiderate, l’abstract della comunicazione al congresso è disponibile su Chest   OBSTRUCTIVE SLEEP APNEA AND GOLF: MEASUREMENTS OF PERFORMANCE AND ADHERENCE

Insonnia: non dormiamoci sopra

28 novembre 2010 @ 08:00

In questo articolo, apparso il 24.10 sul Corriere Salute, si fornisce una visione generale sull’insonnia. Il problema interessa una parte importante della popolazione italana (attorno al 30%).

Ce ne parlano Lino Nobili, responsabile del Centro del Sonno dell’ospedale di Niguarda, e Liborio Parrino, del Centro di Medicina del Sonno di Parma.

Per leggere l’articolo cliccate sul link qui sotto:

Insonnia: non dormiamoci sopra – Corriere della Sera.

Come noto, l’obesità è la prima causa di apnea del sonno. Questo studio australiano descritto nel Corriere della Sera,  su una delle possibili cause della obesità in età adulta, è molto interessante.

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Per leggere l’articolo cliccate sul link qui sotto:

Obesità, il momento chiave è subito dopo l’adolescenza – Corriere della Sera.

Da poco pubblicato sulla rivista specialistica “Il governo clinico in pneumologia“, questo articolo esamina in dettaglio i costi sociali della OSAS (incidenti stradali e sul lavoro dovuti alla sonnolenza diurna, malattie cardiache e vascolari…), e il risparmio che si potrebbe realizzare se si diffondesse di più il trattamento.

Si tratta di un argomento fondamentale per convincere i “terzi paganti” (servizio sanitario nazionale, assicurazioni private) che spendere soldi per curare le apnee del sonno è un risparmio e non uno spreco.

Per leggere l’articolo cliccare sul link qui sotto:

IL COSTO DELLE MALATTIE: VALUTAZIONE DELL’IMPATTO DELLA SINDROME DA APNEA OSTRUTTIVA NEL SONNO SULL’ECONOMIA ITALIANA.

Mandare SMS a letto fa male al sonno

22 novembre 2010 @ 00:30

Questo articolo è apparso in novembre su Chest, la rivista dell’American College of Chest Physicians (ACCP).

Descrive un’indagine pilota su 40 studenti fra 8 e 22 anni che hanno l’abitudine di utilizzare il telefono portatile o altri strumenti elettronici stando a letto. A quanto pare i ragazzi, tutti pazienti dello stesso centro medico, usavano gli aggeggi elettronici per un tempo variabile da 10 minuti a 4 ore dopo essersi coricati. In media ogni ragazzo inviava o riceveva 33 messaggi a 3-4 persone diverse, con una media di 3404 messaggi al mese in totale.

Il 77% dei ragazzi avevano problemi persistenti. Vengono citati:

  • Durante il sonno: insonnia, eccesso di movimenti notturni, dolore agli arti inferiori.
  • Di  giorno: problemi cognitivi e di umore (ADHD, ansia, depressione, difficoltà di apprendimento)

Conclusioni:

  • Dal punto di vista scientifico, sono necessarie indagini più vaste per stabilire le correlazioni esatte. Intanto, l’uso notturno di strumenti elettronici va considerato nell’anamnesi di tutti i pazienti con problemi del sonno.
  • Dal punto di vista pratico, sembra che i dati siano sufficienti per preoccuparsi, e intervenire in modo attivo (ad esempio eliminando computer e simili dalla camera da letto dei ragazzi, o stabilendo orari consentiti e non per l’uso del telefono), per evitare danni maggiori.

Medical News: CHEST: Bedtime Texting Bad for Sleep – in Meeting Coverage, CHEST from MedPage Today.

Vi segnaliamo la pubblicazione nel sito “Slideshare” di una nuova presentazione sulla terapia con apparecchi dentali di russamento e apnea del sonno.

La presentazione è destinata soprattutto ai medici ed agli odontoiatri che desiderano acquisire nuove conoscenze su questo argomento: è centrata soprattutto sulla descrizione della sindrome delle apnee del sonno e sulle diverse conseguenze che può provocare sulla salute: sonnolenza diurna, ipertensione arteriosa, maggiore rischio di eventi cardiaci e cerebrali…

Una parte più breve è dedicata agli apparecchi dentali ed alle indicazioni per usarli, con alcuni accenni ai risultati ottenuti.

Vi sono anche due pagine che illustrano un esempio di monitoraggio del sonno con l’utilizzo di uno strumento domiciliare (Apnealink), che è di uso estremamente semplice e si sta rivelando affidabile per lo screening dell’apnea del sonno. Per chi fosse interessato a conoscere le caratteristiche dell’apparecchio segnaliamo alcuni articoli scientifici usciti in proposito negli ultimi anni (1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8)

La bibliografia relativa alla presentazione è pubblicata nel sito.

Se desiderate vedere le immagini della presentazione a schermo intero cliccate su menu – view full screen (in basso a sinistra nel riquadro).

Articolo estremamente semplice ma interessante per la fonte da cui proviene: l’associazione degli pneumologi americani ACCP raccomanda l’uso degli apparecchi dentali come valida alternativa alla CPAP, e produce anche una brochure di educazione per i pazienti in cui si formiscono strumenti per attuare questa raccomandazione.

Per leggere l’articolo cliccate sul link qui sotto:

Oral Appliance Therapy for Obstructive Sleep Apnea | The American College of Chest Physicians.

L’articolo che vi segnaliamo recensisce un lavoro apparso da pochi giorni su Diabetes. Si tratta di una sperimentazione fatta su una deprivazione acuta di sonno, ma sembra ragionevole ipotizzare che qualcosa di simile accada anche nella mancanza cronica di sonno. Potrebbe essere uno dei meccanismi a cui si deve la tendenza all’aumento di peso riscontrata in chi dorme poco.

Per leggere l’articolo cliccate sul link qui sotto:

Dormire poco aumenta la resistenza all’insulina!
Questo link vi manda sul sito di una rivista medica italiana online (Cardiolink – Diabelink); per leggerlo dovreste registrarvi (senza spese o impegni di sorta) alla rivista.

Se preferite,  potete leggere direttamente l’abstract dell’articolo (in inglese) su Diabetes.

L’articolo che vi segnaliamo, appena pubblicato sul Journal of Hypertension, descrive uno studio multicentrico  effettuato su una casistica molto estesa: quasi 9000 persone, seguite per più di 10 anni in media.  In questa popolazione appare significativo il contributo della ipertensione arteriosa notturna, anche isolata, alla mortalità e al rischio di eventi cardio-vascolari, fatali e non fatali. Cioè, anche se la pressione arteriosa misurata di giorno appare normale, l’aumento pressorio notturno crea problemi, più gravi di quelli causati da un aumento solo diurno.

Va tenuto presente, anche se purtroppo l’articolo non fa cenno a questo aspetto,  che nella sindrome delle apnee del sonno (OSAS) si hanno ripetuti episodi di iperattività del sistema simpatico (“scariche di adrenalina”) durante la notte; questo causa  un aumento fasico della frequenza cardiaca e della pressione arteriosa notturna. La OSAS è la prima causa nota dell’ipertensione in generale, in particolare di quella notturna. Per una illustrazione visiva di questo meccanismo rimandiamo al video “Apnea del sonno in 4 minuti“. L’effetto può poi estendersi ad un aumento della pressione arteriosa anche di giorno, ma l’evento primario resta l’incremento notturno.

Sarebbe stato interessante includere in questo studio, così lungo e complesso, anche i dati polisonnografici o almeno una ricerca anamnestica dei disturbi respiratori del sonno. Probabilmente la ricerca della cause dell’ipertensione notturna non rientrava negli scopi del lavoro, oppure lo studio è stato progettato prima che gli esperti in ipertensione considerassero la OSAS come causa importante degli innalzamenti pressori.

Per leggere l’abstract dell’articolo cliccare sul link qui sotto:

Prognostic value of isolated nocturnal hypertensio… [J Hypertens. 2010] – PubMed result.

I bambini dormono troppo poco

13 novembre 2010 @ 08:00

Intervista all’ANSA della pediatra Maria Pia Villa su un argomento di grande attualità. Sottolineati soprattutto: la deprivazione del sonno che sta diventando uno stato “normale” per molti bambini (televisione e videogames al posto della nanna), l’insonnia, e le apnee del sonno, sottovalutate anche in età pediatrica.

Ricordiamo che la prof. Villa e il suo gruppo presenteranno una relazione al prossimo congresso IPSA, che si terrà a Roma dal 3 al 5 dicembre.

Per leggere l’articolo cliccate sul link qui sotto:

Bimbi dormono meno, 30% ha problemi sonno – Scienza e Medicina – ANSA.it.