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Articoli per la parola chiave ‘chirurgia otorinolaringoiatrica’

In questa primavera ricca di eventi sulla terapia della OSAS, vi segnaliamo il convegno

“INTERNATIONAL SYMPOSIUM on surgical techniques for snoring and OSAHS”

Presiede Andrea Marzetti
Comitato scientifico: M. Benazzo, N. De Vries, F. Peverini, F. Salamanca, G. Sorrenti, C. Vicini

Trovate la locandina del convegno e il modulo di iscrizione cliccando sul link qui sotto:

Locandina congresso

Bologna – Veduta

Si terrà a Bologna nei giorni giovedì 18 e venerdì 19 marzo il XII corso itinerante di Roncochirurgia, diretto da Giovanni Sorrenti, primario otorinolaringoiatra dell’Ospedale Sant’Orsola – Malpighi della città felsinea.

Il corso ha un’impostazione interdisciplinare: accanto alla presentazione delle principali tecniche di chirurgia dei tessuti molli per la terapia della OSAS, saranno presentate relazioni di neurologi, pneumologi, chirurghi maxillo-facciali e odontoiatri, che affronteranno le diverse possibili terapie della sindrome.

Per vedere la locandina del corso cliccate sul link :

Corso Bologna

D: Buon giorno, il mio compagno soffre di apnee notturne fa uso della maschera cpap durante la notte ed il livello di pressione della maschera in questione è a 11. Volevamo sapere se l’intervento di uvulopalato… potrebbe essere risolutivo nel suo caso e nel caso vorremmo prendere un appuntamento con uno specialista a milano. Grazie. Cordiali saluti. Elena
R: Gentile signora Elena,
se il suo compagno ha difficoltà a tollerare la CPAP, gli apparecchi dentali di avanzamento mandibolare possono essere una alternativa valida nella maggioranza dei casi. Questi apparecchi sono meno ingombanti e invasivi della CPAP, ma tuttavia richiedono anch’essi di essere portati ogni notte.
Se il suo compagno desidera un intervento chirurgico che risolva il problema in modo definitivo, la uvulopalatofaringoplastica (UPPP) non costituisce, secondo gran parte della letteratura scientifica, una soluzione sicura.
In breve, il problema è questo: la causa delle apnee non è di solito a livello del palato ma più in basso, a livello della base della lingua e/o delle pareti laterali della faringe.  Quindi gli interventi efficaci sono quelli che agiscono a questo livello.

Ci sono due tipi di interventi:

  1. La chirurgia dei tessuti duri (avanzamento maxillo-mandibolare) è sicuramente la più efficace. Si tratta però di un intervento molto impegnativo.
  2. La chirurgia dei tessuti molli è eseguita dagli specialisti otorino-laringoiatri, e può essere anche abbinata ad altri interventi (CPAP, apparecchi dentali, perdita di peso…).

Se desidera informazioni più dettagliate sugli apparecchi dentali o sulla chirurgia maxillo-facciale, oltre a leggere questo sito, può contattarmi via e- mail, anche per una visita odontoiatrica mirata alla sua patologia.

Se desidera un consulto otorinolaringoiatrico le posso consigliare ad esempio il dott Fabrizio Salamanca, che lavora presso la clinica San Pio X di Milano, e si occupa da diversi anni specificamente di questo problema.

Saluti

Franco Sacchi

Questo articolo, pubblicato un anno fa sulla rivista della prestigiosa Mayo Clinic di Rochester (MN, USA)  riassume l’esperienza della clinica nell’uso della UPPP (Uvulo-palato-faringoplastica, il più classico e conosciuto fra gli interventi otorino-laringoiatrici per il russamento e le apnee del sonno).

UPPP prima e dopo la cura (Cliccare per ingrandire)

Fra tutti i pazienti, operati  per sindrome delle apnee ostruttive del sonno di varie gravità negli anni dal 1988 al 2006, 63 avevano eseguito una polisonnografia entro 6 mesi dopo l’intervento e sono stati quindi inseriti in questo studio.

Il 24% dei pazienti presentava dopo l’intervento un AHI minore di 5 (cioè normalizzato). Il 33% dei pazienti in totale aveva AHI inferiore a 10. Anche abbassando ulteriormente l’asticella, cioè considerando come “successo” una riduzione del 50% dello AHI indipendentemente dal valore dell’indice, si arrivava all’obiettivo solo nel 50% del totale.

Queste conclusioni poco incoraggianti sono particolarmente significative, perché vengono da un centro chirurgico di altissimo livello; sono comunque in linea con i risultati di una estesa meta-analisi effettuata nel 2007 (Ehlsaug et al), che riporta percentuali analoghe su una casistica più estesa, e confermano le conclusioni di una precedente revisione Cochrane (Sundaram et al, 2005), nella quale si concludeva che gli studi considerati non supportano l’uso della chirurgia nella apnea del sonno (“The studies assembled in the review do not provide evidence to support the use of surgery in sleep apnoea/hypopnoea syndrome, as overall significant benefit has not been demonstrated”).

Per leggere l’articolo cliccate sul link qui sotto:

mayoclinproc_84_9_006.pdf (Oggetto application/pdf)

Limiti della terapia

17 maggio 2010 @ 22:09

Come tutte le cure, anche l’uso degli apparecchi dentali non è adatto ad ogni situazione. Cerchiamo qui di sintetizzare i limiti della applicazione di questa tecnica:

  • In generale, e soprattutto per le forme gravi di apnea del sonno, la terapia ventilatoria con la CPAP è più efficace nel ridurre gli indici di apnea (AHI e altri). Questo rimane vero anche se
  • L’altra terapia che risulta di solito più efficace di quella con apparecchi dentali è la chirurgia maxillo-facciale: l’intervento di avanzamento maxillo-mandibolare risulta efficace nel 95% dei casi. Si tratta di un intervento molto impegnativo, di solito riservato a casi particolarmente gravi, in alternativa alla CPAP se questa non viene tollerata. Il principale vantaggio di questo intervento è che si tratta di una soluzione definitiva al problema delle apnee del sonno, che non lega il paziente all’uso a tempo indeterminato di apparecchi dentali o della CPAP.
  • Nei soggetti obesi (BMI >30-35) i risultati della terapia con apparecchi dentali sono meno brillanti: di solito l’efficacia tende a diminuire quanto più l’obesità è grave. La terapia con apparecchi dentali può richiedere un avanzamento maggiore della mandibola per funzionare in questi casi, e questo secondo alcuni autori potrebbe accentuare gli effetti collaterali. Secondo altri lavori, invece, non c’è relazione fra entità dell’avanzamento ed effetti indesiderati.
  • Se è presente una ostruzione meccanica importante delle vie aeree è di solito opportuno rimuoverla con interventi di chirurgia otorino-laringoiatrica prima  della applicazione degli apparecchi dentali (o subito dopo): è spesso il caso di ostruzioni significative del naso (deviazione del setto, ipertrofia dei turbinati), della ipertrofia estrema delle tonsille e qualche volta anche della lingua. Alcune cause particolari di ostruzione vanno curate esclusivamente con la chirurgia, che può essere risolutiva (ad esempio alcuni problemi dell’epiglottide). Ricordiamo che nei bambini l’intervento di asportazione di tonsille e adenoidi è la terapia più importante per la OSAS.
  • Perchè gli apparecchi funzionino è necessario che la mandibola possa essere portata avanti di alcuni mm (almeno 5-6mm) senza che questo provochi disturbi muscolari o articolari. Le patologie gravi delle articolazioni temporo-mandibolari sono una controindicazione. Non lo sono le patologie articolari lievi, che al contrario possono migliorare con l’avanzamento della mandibola. E’ quindi necessaria una valutazione attenta delle condizioni articolari e muscolari.
  • Gli apparecchi dentali richiedono appunto un ancoraggio ai denti, i quali devono essere in grado di sopportare le forze esercitate dai muscoli masticatori, che tendono a riportare la mandibola nella sua posizione abituale:
    • In generale sono necessari almeno 8 denti sani per ogni arcata (ma esiste un tipo particolare di apparecchio, il Somnodent, che può essere applicato anche a soggetti privi di denti nella arcata superiore e con pochi denti nella arcata inferiore)
    • Non deve esserci parodontite attiva e i denti non devono essere mobili: queste condizioni possono essere aggravate dall’uso di apparecchi dentali, che quindi può essere controindicato.
    • Gli impianti endoossei invece vanno benissimo come ancoraggio