Archivio della categoria ‘Articoli scientifici’
OBESITA’ INFANTILE 2: aumenta il rischio di Apnee del Sonno
Continua la pubblicazione di articoli sull’obesità infantile, dopo quello divulgativo, pubblicato sul Corriere della Sera il 12.10. L’articolo che vi segnaliamo oggi è apparso sul Journal of Clinical Sleep Medicine nel 2009.
Siamo abituati a considerare la sindrome delle apnee del sonno (OSAS) del bambino come una malattia del tutto diversa da quella dell’adulto, e correlarla con la ostruzione delle prime vie respiratorie dovuta soprattutto alle dimensioni eccessive di tonsille e adenoidi. Così era fino a pochi anni fa. Ora l’epidemia di obesità che dilaga nel mondo, e soprattutto (per ora) negli USA, sta cambiando anche questo paradigma: anche nei bambini l’obesità diventa una causa importante di apnee del sonno.
Lo studio esamina 234 bambini e adolescenti di età compresa fra 2 e 18 anni. Tutti i soggetti erano russatori. I ragazzi sono stati divisi in 6 gruppi di età. Il grado di obesità tende ad aumentare man mano che i soggetti crescono. Ma soprattutto l’obesità diventa sempre più importante come fattore causale delle apnee del sonno: mentre nei gruppi di età minore la maggioranza dei pazienti in cui è stata riscontrata la OSAS aveva peso nella norma, nel gruppo fra 10 e 11 anni la maggior parte dei soggetti con OSAS erano obesi; questa maggioranza diventa schiacciante nel gruppo di adolescenti fra 12 e 18 anni. La figura qui sotto, tratta e modificata dall’articolo in oggetto, descrive in modo chiaro questa tendenza.
Per leggere l’articolo (testo completo) cliccate sul link qui sotto:
Ne trovate anche un riassunto commentato su Medscape: Overweight, Obesity in Teens Linked to Increased Risk for OSAS.
Curare l’apnea del sonno può migliorare i punteggi a Golf
Smettere di russare per vivere meglio: lo slogan si può applicare anche al golf!
Il titolo dell’articolo, pubblicato un anno fa su Chest e di recente commentato su MedNews, è “leggero”, ma la sostanza è di notevole rilevanza: la qualità delle performances psico-fisiche migliora in modo netto curando l’apnea del sonno. Naturalmente non solo per i giocatori di golf.
Per leggere l’articolo cliccate sul link qui sotto:
Se desiderate, l’abstract della comunicazione al congresso è disponibile su Chest OBSTRUCTIVE SLEEP APNEA AND GOLF: MEASUREMENTS OF PERFORMANCE AND ADHERENCE
Mandare SMS a letto fa male al sonno
Questo articolo è apparso in novembre su Chest, la rivista dell’American College of Chest Physicians (ACCP).
Descrive un’indagine pilota su 40 studenti fra 8 e 22 anni che hanno l’abitudine di utilizzare il telefono portatile o altri strumenti elettronici stando a letto. A quanto pare i ragazzi, tutti pazienti dello stesso centro medico, usavano gli aggeggi elettronici per un tempo variabile da 10 minuti a 4 ore dopo essersi coricati. In media ogni ragazzo inviava o riceveva 33 messaggi a 3-4 persone diverse, con una media di 3404 messaggi al mese in totale.
Il 77% dei ragazzi avevano problemi persistenti. Vengono citati:
- Durante il sonno: insonnia, eccesso di movimenti notturni, dolore agli arti inferiori.
- Di giorno: problemi cognitivi e di umore (ADHD, ansia, depressione, difficoltà di apprendimento)
Conclusioni:
- Dal punto di vista scientifico, sono necessarie indagini più vaste per stabilire le correlazioni esatte. Intanto, l’uso notturno di strumenti elettronici va considerato nell’anamnesi di tutti i pazienti con problemi del sonno.
- Dal punto di vista pratico, sembra che i dati siano sufficienti per preoccuparsi, e intervenire in modo attivo (ad esempio eliminando computer e simili dalla camera da letto dei ragazzi, o stabilendo orari consentiti e non per l’uso del telefono), per evitare danni maggiori.
Medical News: CHEST: Bedtime Texting Bad for Sleep – in Meeting Coverage, CHEST from MedPage Today.
Dormire poco aumenta la resistenza all’insulina
L’articolo che vi segnaliamo recensisce un lavoro apparso da pochi giorni su Diabetes. Si tratta di una sperimentazione fatta su una deprivazione acuta di sonno, ma sembra ragionevole ipotizzare che qualcosa di simile accada anche nella mancanza cronica di sonno. Potrebbe essere uno dei meccanismi a cui si deve la tendenza all’aumento di peso riscontrata in chi dorme poco.
Per leggere l’articolo cliccate sul link qui sotto:
Dormire poco aumenta la resistenza all’insulina!
Questo link vi manda sul sito di una rivista medica italiana online (Cardiolink – Diabelink); per leggerlo dovreste registrarvi (senza spese o impegni di sorta) alla rivista.
Se preferite, potete leggere direttamente l’abstract dell’articolo (in inglese) su Diabetes.
Apnee del sonno e complicanze post-operatorie: uso del questionario STOP-BANG
Il questionario STOP-BANG è uno dei vari metodi escogitati per valutare, in modo semplice ed economico, la probabilità che un soggetto soffra di apnee ostruttive del sonno. L’elaborazione del questionario è recente (le prime pubblicazioni sono del 2008), ma il metodo ha già guadagnato molta popolarità, soprattutto fra gli anestesisti, per la semplicità e l’efficacia predittiva. Pubblicheremo fra breve una pagina che inserisce il questionario fra i test eseguibili sul sito.
Lo studio a cui ci riferiamo, pubblicato su una importante rivista di Otorinolaringoiatria, ha coinvolto 135 pazienti, operati per diverse patologie in tre giorni consecutivi in un importante ospedale negli USA. I risultati dimostrano che l’uso del questionario ha una elevatissima capacità di predire il rischio di complicanze post-operatorie:
- Il 19,6% dei pazienti con un punteggio alto (cioè ad alta probabilità di OSAS) ha presentato complicazioni dopo i diversi interventi chirurgici
- Solo il 1,3% dei pazienti con punteggio basso al questionario STOP-BANG ha avuto complicazioni
Per leggere l’abstract dell’articolo, cliccate sul link qui sotto:
Un commento interessante a questo articolo è uscito anche su “MedPage Today” del 10 ottobre 2010:
Inutile mangiare meno se poi si dorme poco…
Un articolo su questo argomento, recentemente apparso su Annals of Internal Medicine ha richiamato molta attenzione anche da parte della stampa non specializzata (Los Angeles Times). Il titolo è appunto:
Insufficient Sleep Undermines Dietary Efforts to Reduce Adiposity
Il tema importante e merita di essere conosciuto da tutti. Il campione statistico è piccolo, ma le conclusioni sembrano confermare, da un punto di vista diverso, quelle di diversi lavori precedenti.Vi rimandiamo agli articoli su mancanza di sonno e aumento di peso presenti nella bibliografia del sito, e ai consigli sul sonno forniti da Bill Dement nel 1997.
Come sempre consigliamo a chi non ha familiarità con l’inglese di servirsi del traduttore Google, sul quale potete inserire direttamente il link all’articolo, copiandolo da qui sopra.
Confronto fra due diversi apparecchi dentali per il trattamento della apnea del sonno
CONGRESSO AADSM DI SAN ANTONIO
Segnaliamo una relazione presentata al 19° congresso annuale della associazione americana di medicina del sonno odontoiatrica (AADSM) su uno studio cross-over di confronto fra due apparecchi dentali, il Klearway e il TAP.
Gli autori (Bishop et al) sono un gruppo di ricerca dell’Università di San Antonio (Texas, USA), la città che ha ospitato il congresso nel giugno 2010. Il riassunto della relazione è pubblicato su Sleep and Breathing nel numero di settembre 2010.
I due apparecchi oggetto dello studio sono fra i più conosciuti nel mondo
- il Klearway è stato il primo apparecchio regolabile inventato specificamente per la terapia della apnea del sonno, dal gruppo canadese di Lowe.
- il TAP (Thornton Adjustable Positioner) è probabilmente il dispositivo più usato nel mondo allo stesso scopo
Lo studio ha coinvolto 25 pazienti con apnea del sonno. Tutti i pazienti sono stati valutati, prima della cura, con una serie di questionari e con un monitoraggio del sonno. Poi è stato applicato il primo apparecchio, per il tempo necessario ad ottenere la titolazione, cioè l’avanzamento ideale dell’apparecchio stesso. Alla fine è stata rifatta la valutazione completa del paziente. Dopo un periodo senza alcuna terapia, tutta la procedura è stata ripetuta per il secondo apparecchio (studio cross-over secondo uno schema AB/BA.
RISULTATI: a titolazione avvenuta, il risultato dello studio del sonno è risultato identico per i due dispositivi, così come i test sulla situazione soggettiva (ESS e altri) che valutano il livello di cura della apnea del sonno. Tuttavia la maggior parte dei pazienti ha espresso una preferenza per il TAP, in relazione al minore ingombro dell’apparecchio.
Gli autori concludono che è opportuno preferire dispositivi che siano, oltre che regolabili, anche meno invasivi possibile .
Non possiamo che essere d’accordo, e vi segnaliamo che al momento sono disponibili apparecchi ancora meno invasivi del TAP, come ad esempio lo ORM e il Silensor. Il comfort del dispositivo non è ovviamente l’unico criterio di scelta, ma è tuttavia importante per ottenere una buona aderenza alla terapia.
Apnee del sonno e incidenti vascolari cerebrali
Vi segnaliamo un articolo, pubblicato pochi giorni fa sullo American Journal of Respiratory and Critical Care Medicine, nel quale viene sintetizzata una parte dei risultati dello sleep heart health study, un esteso studio longitudinale sulle relazioni fra sonno e patologie vascolari cerebrali.
5422 soggetti senza nessun precedente di ischemia cerebrale sono stati sottoposti a polisonnografia fra il 1995 e il 1998, e poi seguiti per un periodo di tempo successivo (mediana di 8,7 anni).
Lo scopo dello studio era confermare l’esistenza di una associazione fra la gravità della apnea ostruttiva del sonno e la incidenza di episodi di ictus cerebrale.
Nel periodo studiato si sono verificati 193 episodi di ictus cerebrale. La correlazione fra OSAS e ictus è risultata molto stretta nel sesso maschile: gli uomini con AHI maggiore di 19 risultano avere un rischio di avere un ictus 2,86 volte maggiore di quelli con AHI minore di 5 . Nel range di AHI fra 5 e 25 ogni punto in più di AHI è associato ad un aumento del 6% della frequenza di ictus cerebrale.
Nelle donne l’associazione sembra meno stretta, comunque un AHI maggiore di 25 ha comportato una maggiore frequenza di ictus anche nel sesso femminile.
Questo articolo ci sembra particolarmente significativo per diversi motivi: il tipo di studio (longitudinale), la durata (15 anni fino ad oggi), la dimensione del campione, il prestigio del gruppo di lavoro che ha realizzato il lavoro e della rivista che lo pubblica, sono tutti fattori che lo rendono un momento importante per la definizione sempre più precisa delle conseguenze della sindrome delle apnee del sonno.
Sul sito dello AJRCCM è disponibile l’abstract. Il testo completo è invece disponibile, in PDF, sul sito thoracic.org
YouTube – 25 02 2009 il didjeridoo quale terapia
Vi proponiamo un video sul didjeridoo, realizzato dalla televisione della Svizzera italiana, come terapia alternativa del russamento e della apnea del sonno. Si tratta di uno strumento musicale tradizionale degli aborigeni australiani. Il meccanismo per cui può migliorare le apnee del sonno è spiegato nel video.
Naturalmente un trattamento di questo tipo richiede molto impegno, ma può essere anche piacevole: si tratta di imparare a suonare uno strumento musicale. Il fatto che funzioni è affermato da studi serissimi, come quello pubblicato dal BMJ nel 2005. Una comunicazione sulle modalità di produzione dei suoni del didgeridoo è apparsa sulla prestigiosa rivista Nature.