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Articoli per la parola chiave ‘OSAS’

Vi segnaliamo un articolo, pubblicato pochi giorni fa sullo American Journal of Respiratory and Critical Care Medicine, nel quale viene sintetizzata una parte dei risultati dello sleep heart health study, un esteso studio longitudinale sulle relazioni fra sonno e patologie vascolari cerebrali.

5422 soggetti senza nessun precedente di ischemia cerebrale sono stati sottoposti a polisonnografia fra il 1995 e il 1998, e poi seguiti per un periodo di tempo successivo (mediana di 8,7 anni).

Lo scopo dello studio era confermare l’esistenza di una associazione fra la gravità della apnea ostruttiva del sonno e la incidenza di episodi di ictus cerebrale.

Nel periodo studiato si sono verificati 193 episodi di ictus cerebrale. La correlazione fra OSAS e ictus è risultata molto stretta nel sesso maschile: gli uomini con AHI maggiore di 19 risultano avere un rischio di avere un ictus 2,86 volte maggiore di quelli con AHI minore di 5 . Nel range di AHI fra 5 e 25 ogni punto in più di AHI è associato ad un aumento del 6% della frequenza di ictus cerebrale.

Nelle donne l’associazione sembra meno stretta, comunque un AHI maggiore di 25 ha comportato una maggiore frequenza di ictus anche nel sesso femminile.

Questo articolo ci sembra particolarmente significativo per diversi motivi: il tipo di studio (longitudinale), la durata (15 anni fino ad oggi), la dimensione del campione, il prestigio del gruppo di lavoro che ha realizzato il lavoro e della rivista che lo pubblica, sono tutti fattori che lo rendono un momento importante per la definizione sempre più precisa delle conseguenze della sindrome delle apnee del sonno.

Sul sito dello AJRCCM è disponibile l’abstract. Il testo completo è invece disponibile, in PDF, sul sito thoracic.org

Vi proponiamo un video sul didjeridoo, realizzato dalla televisione della Svizzera italiana, come terapia alternativa del russamento e della apnea del sonno. Si tratta di uno strumento musicale tradizionale degli aborigeni australiani. Il meccanismo per cui può migliorare le apnee del sonno è spiegato nel video.

Naturalmente un trattamento di questo tipo richiede molto impegno, ma può essere anche piacevole: si tratta di imparare a suonare uno strumento musicale. Il fatto che funzioni è affermato da studi serissimi, come quello pubblicato dal BMJ nel 2005.  Una comunicazione sulle modalità di produzione dei suoni del didgeridoo è apparsa sulla prestigiosa rivista Nature.

YouTube – 25 02 2009 il didjeridoo quale terapia.

Benvenuti su Russamentoeapnea

3 luglio 2010 @ 15:18

Da oggi il sito è online!

Il nostro desiderio è quello di proporvi una piazza virtuale dove informarsi, discutere e confrontarsi su un problema molto importante, quello del russamento e delle apnee del sonno.

a) Due prese di posizione ufficiali di associazioni internazionali sul trattamento della Sleep Apnea con apparecchi dentali

–   Aggiornamento al 2005 della posizione ufficiale della Associazione Americana di Medicina del Sonno, pubblicato nella rivista Sleep nel 2006:

Kushida Clete A., Timothy I. Morgenthaler, Michael R. Littner,  Cathy A. Alessi,  Dennis Bailey,  Jack Coleman Jr,  Leah Friedman, Max Hirshkowitz,  Sheldon Kapen,  Milton Kramer,  Teofilo Lee-Chiong,  Judith Owens, Jeffrey P. Pancer   Practice Parameters for the Treatment of Snoring and Obstructive Sleep Apnea with Oral Appliances: An Update for 2005– Sleep, 2005

–    Posizione ufficiale della associazione tedesca di Medicina del Sonno Odontoiatrica (2007) :

Schwarting S, Schlieper, A Hauschild   Position paper on the use of mandibular advancement devices in adults with sleep-related breathing disorders. A position paper of the German Society of Dental Sleep Medicine (Deutsche Gesellschaft Zahnaerztliche Schlafmedizin, DGZS) – Sleep and Breathing, 2007


b) Revisioni generali della letteratura sull’uso di apparecchi dentali nella terapia delle apnee del sonno


c) Articoli sul funzionamento degli apparecchi dentali (Oral Appliances, Oral Devices) nella terapia della OSAS

1) Alcuni studi sulle esperienze con diversi tipi di apparecchi orali dal 1998 al 2004

2) Lavori, più recenti, di confronto fra i risultati del trattamento con apparecchi dentali e con la CPAP (considerata lo standard di riferimento). Rispetto ai lavori precedenti c’è maggiore avanzamento della mandibola e molto maggiore percentuale di successi anche nei casi di apnea moderata e severa.

3) Uno studio sulla accettazione della terapia con ORM

4) Articolo recentissimo, molto interessante per le implicazioni in medicina interna:

5)  Un lavoro sull’uso dei dispositivi non-individuali (“boil-and-bite”)

6) Un articolo sulla Sleep Nasendoscopy e la sua potenziale utilità nel capire la sede di ostruzione delle vie aeree e predire il successo della terapia con apparecchi dentali

1) Alcune revisioni della letteratura, con bibliografia molto completa:

2) Anatomia comparata : OSA e acquisizione del linguaggio

3) Informazioni cliniche, soprattutto su presentazioni atipiche della malattia:

4) Epidemiologia, studi sulla mortalità da OSAS e sulla correlazione con l’ipertensione arteriosa

5) OSAS e incidenti stradali:

6) OSAS e insufficienza cardiaca

7) OSAS e infarto del miocardio

8) OSAS e aterosclerosi

Articoli scientifici

21 giugno 2010 @ 22:42

Buona parte degli articoli sono disponibili gratuitamente online in versione completa (full text). Per quelli di cui disponibile solo l’abstract,  è indicato a lato (ABS)

Gli studi esaminati sono divisi in quattro categorie:

  1. ARTICOLI SULLA SINDROME DELLE APNEE DEL SONNO (OSAS)
  2. ARTICOLI SUGLI APPARECCHI DENTALI NELLA TERAPIA DELLA OSAS
  3. BIBLIOGRAFIA DEL SITO
  4. ALTRI ARTICOLI

Un modo semplice per valutare il sospetto di sindrome di apnee del sonno  è la formula proposta da Flemons nel 2002. Il fattore di rischio considerato più importante da questa formula è la circonferenza del collo , con alcune correzioni.

La circonferenza del collo corrisponde al numero di colletto della vostra camicia.  Se non lo conoscete potete misurarla con un metro  da sarto (fatto in materiale morbido). Inserite nella casella qui sotto la circonferenza del vostro collo.

Poi inserite nelle caselle corrispondenti gli altri fattori considerati importanti da questa formula (selezionando la casella  SI o NO).

Comincia il test
Formula di Flemons


Sei iperteso?
(pressione arteriosa massima superiore a 140, oppure minima superiore a 90mm Hg) Si: No:
Russi abitualmente? (quasi tutte le notti?) Si: No:
Ti capita di svegliarti con la sensazione di soffocare? Si: No:


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Come è strutturato il test

  • Il fattore considerato più importante è la circonferenza del collo, che viene espressa in centimetri. In linea generale consideriamo normale una circonferenza del collo inferiore o uguale a 41cm per le donne e 43 cm per gli uomini.
  • Il secondo fattore considerato è l’ipertensione arteriosa: la presenza di ipertensione comporta l’aggiunta di 4 punti al totale.
  • Il terzo è il russamento abituale: se è presente “vale” altri 3 punti.
  • Il quarto fattore è la presenza di risvegli notturni con senso di soffocamento, che sono un sintomo  importante della apnea del sonno, anche se possono essere causati anche da altre patologie. Se questo sintomo è presente vengono aggiunti altri 3 punti.

Criteri di valutazione

  1. Un punteggio inferiore a 43 indica una probabilità bassa di presenza della sindrome delle apnee del sonno (OSAS). Questa probabilità viene definita uguale a 1 (valore di base).
  2. Un punteggio fra 43 e 48 indica una probabilità “media” di OSAS, pari a 4-8 volte quella di base, definita sopra.
  3. Un punteggio superiore a 48 è indicativo di una probabilità alta di avere una OSAS, valutata in 20 volte la probabilità di base.

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Se desidera una valutazione medica più completa sul rischio di avere una sindrome delle apnee del sonno, faccia richiesta nella casella sotto di ricevere il questionario completo.

Glielo invieremo al più presto per e-mail: quando lo riceverà, compili il questionario e lo rimandi, sempre per e-mail, all’indirizzo dello studio. Alcune domande sono le stesse che ha già visto nelle pagine su “I nostri test” (BMI, ESS, TSS, VSS, Flemons), ma la preghiamo di scrivere di nuovo le risposte in modo che siano valutate tutte insieme.

E’ necessario inserire nome e indirizzo e-mail, perché le risponderemo personalmente all’ indirizzo di posta elettronica da lei indicato. Tutti i dati resteranno riservati: non compariranno sul sito nè saranno diffusi in alcun modo, secondo la normativa sulla privacy e soprattutto secondo le regole che tutelano il segreto professionale. La valutazione dei risultati le verrà fornita a titolo gratuito.

Il suo nome (richiesto)

La sua data di nascita

La sua email (richiesto)

Richiedo che mi venga inviato per e-mail il questionario completo per la valutazione del rischio di apnee ostruttive del sonno.

1+2=? 

La causa più frequente di sonnolenza diurna è la deprivazione di sonno notturno.

La seconda causa sono le apnee del sonno.

La sonnolenza è semplicemente il meccanismo che ci porta dalla veglia al sonno: si tratta quindi di uno stato indispensabile nella nostra vita. I problemi si creano quando la sonnolenza compare nei momenti meno opportuni, tipicamente mentre si svolgono mansioni noiose e ripetitive ma anche pericolose.

La guida dell’auto è una di queste, e la sonnolenza è una delle cause più diffuse di incidenti stradali (“colpo di sonno”), probabilmente più importante dell’alcool e della velocità,  che sono più note e pubblicizzate.

Diversi studi hanno dimostrato la correlazione stretta fra apnee del sonno e incidenti stradali. La figura che segue sintetizza i risultati di uno di questi, eseguito a partire da una popolazione sana controllata per molto tempo (Wisconsin Sleep Cohort Study, Young et al 1997).

Cliccare per ingradire

Sull’asse orizzontale del grafico sono rappresentati tre livelli di ostruzione respiratoria, descritti in base allo AHI. Il primo livello (AHI 0-5) rappresenta i soggetti senza un numero significativo di apnee del sonno, ed  è considerato il livello di riferimento (rischio = 1). Il secondo (AHI fra 5 e 15) rappresenta i casi di apnea ostruttiva lieve. Il terzo i casi di apnea da moderata a grave (AHI maggiore di 15).

Come si vede nel grafico i soggetti con apnea lieve hanno un rischio 3,4 volte superiore di avere incidenti stradali rispetto ai soggetti  del gruppo 1 (“sani”), mentre i soggetti con apnea moderata-grave  hanno 7,3 volte più probabilità di avere incidenti stradali.

Altri studi hanno dimostrato la stessa correlazione partendo da punti di vista diversi: per esempio il gruppo spagnolo di Teràn-Santos ha esaminato 102 persone che avevano subito una terapia d’urgenza per incidenti stradali nell’ospedale di Burgos, e li ha messi a confronto con 152 soggetti di analoghe caratteristiche (età , sesso etc) scelti a caso negli ospedali cittadini. I soggetti con AHI superiore a 10 avevano avuto un numero di incidenti stradali (abbastanza gravi da richiedere cure urgenti)  6,3 volte più alto di chi aveva AHI minore di 10. Si tratta di una correlazione ancora maggiore (lo AHI scelto è più basso), e questo si può spiegare considerando che il campione del Wisconsin era costituito da una popolazione lavorativa sana, mentre quello di Burgos da pazienti ricorverati per incidenti stradali. Un altro dato interessante di questo studio è il fatto che il consumo di alcool, anche in piccole dosi, nel giorno dell’incidente amplifica ancora di più gli effetti delle apnee del sonno, portando il rischio a 11,3 volte. Questo significa, in parole povere, che anche un bicchiere di vino può avere conseguenze drammatiche per una persona affetta da OSAS.

Come si valutano le apnee

12 giugno 2010 @ 19:46

Definizioni:

  • Apnea =  interruzione completa del flusso respiratorio, per almeno 10 secondi
  • Ipopnea = riduzione del flusso respiratorio di almeno il 50%, per almeno 10 secondi
  • OSAS = Obstructive Sleep Apnea Syndrome è la sindrome delle apnee del sonno

L’esame più completo per la diagnosi della sindrome delle apnee del sonno, e di gran parte degli altri disturbi del sonno, è la polisonnografia. L’esame si effettua in una notte di ricovero ospedaliero, in un laboratorio del sonno, e comprende un esame elettroencefalografico (registrazione delle onde elettriche emesse dal cervello, che permette di valutare le diverse fasi del sonno e i risvegli con estrema precisione), associato ad un esame elettromiografico (di solito si registrano i movimenti dei muscoli della mandibola e delle gambe), elettrooculografia che permette di valutare i movimenti degli occhi, elettrocardiografico, ossimetrico (saturazione di ossigeno del sangue) e respiratorio (flussi respiratori, russamento); inoltre vengono misurati i movimenti respiratori, la posizione del paziente e a volte altri parametri. Di solito si esegue anche un filmato, che permette di vedere i movimenti del soggetto nel sonno.

La polisonnografia è un esame estremamente utile e attendibile, ma è impegnativo per il paziente, complesso e costoso: richiede una notte di ricovero, con la presenza costante di un tecnico del sonno nella stanza adiacente a quella dove dorme il paziente, e una successiva valutazione specialistica.

Spesso la sindrome delle apnee del sonno può essere diagnosticata con un esame più semplice: il monitoraggio del sonno. La polisonnografia completa viene invece riservata ai casi dubbi o particolarmente complessi (si vedano le linee guida della Associazione Italiana di Medicina del Sonno). Il monitoraggio del sonno si esegue a casa propria, con un’apparecchiatura più semplice che di solito viene applicata dallo stesso paziente, istruito in precedenza su come usarla.

I dati forniti dal monitoraggio del sonno sono in buona parte gli stessi della polisonnografia,  almeno per quanto riguarda la apnee ostruttive. In particolare si rileva la presenza di apnee, ipopnee, russamento, altre alterazioni del flusso respiratorio, frequenza cardiaca e desaturazioni (episodi di diminuzione della concentrazione di ossigeno nel sangue). Da queste informazioni si ricavano diversi indici. I più usati sono:

  • AHI (Apnea Hypopnea Index) è l’indice più utilizzato e conosciuto. E’ dato dalla somma delle apnee e ipopnee per ogni ora di sonno considerato dall’esame.
  • ODI (Oxygen Desaturation Index) esprime il numero di episodi per ora in cui la saturazione di ossigeno del sangue scende di almeno il 4% della saturazione basale di quel soggetto.
  • Tempo di desaturazione è il tempo (in minuti o in percentuale sul tempo di sonno) che il paziente passa con una saturazione sotto al normale. Di solito viene fornito in dettaglio il tempo sotto il 90%, sotto l’85%, sotto l’80%. E’ molto importante soprattutto nelle apnee gravi.

La gravità della malattia viene definita soprattutto in base allo AHI:

  • AHI 5-15 = OSAS lieve
  • AHI 15-30 = OSAS moderata
  • AHI maggiore di 30 = OSAS grave