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Modifiche facciali dopo terapia con la CPAP

28 dicembre 2010 @ 08:00

La terapia con la CPAP (Continuous Positive Airway Pressure) è stata proposta da Colin Sullivan e dal suo gruppo nel 1981, si è diffusa lentamente all’inizio e poi è diventata in una decina d’anni  il punto di riferimento (“gold standard”) per la terapia della sindrome delle apnee ostruttive del sonno (OSAS).

Si tratta di un sistema concettualmente molto semplice  e geniale: dato che la malattia è causata dal collabimento delle pareti della faringe, la macchina le tiene aperte aumentando la pressione dell’aria respirata; in pratica la faringe viene gonfiata come si fa con un palloncino.

Da quando questa terapia si è diffusa i dati sulla efficacia si sono accumulati (fino alle recenti scoperte sulla reversibilità delle lesioni cerebrali). L’unico aspetto negativo molto noto è che si tratta di una terapia impegnativa e spesso difficile da seguire per tutta la vita. Il paziente  deve essere estremamente motivato, e in pratica questo è possibile solo nelle forme severe della malattia, e anche in queste non sempre si riesce ad ottenere una buona aderenza alla terapia.

Nel numero di ottobre 2010 di Chest, la rivista dello American College of Chest Physicians, è stato pubblicato un articolo del gruppo di Alan Lowe sulle alterazioni della morfologia della faccia provocate dalle maschere facciali della CPAP. Si tratta di un aspetto finora poco o nulla considerato di questa terapia………

In precedenza alterazioni anatomiche dovute a questa causa erano state segnalate nei bambini, ma questo è il primo studio in cui siano state eseguite valutazioni della forma del viso in soggetti adulti prima e dopo il trattamento con la CPAP. Lo strumento utilizzato è stata la radiografia laterale del cranio e della faccia (teleradiografia), sulla quale sono state effettuate le misurazione dei parametri cefalometrici.

Sintesi dello studio: 46 pazienti di nazionalità giapponese, affetti da sindrome delle apnee del sonno sono stati sottoposti a teleradiografia del cranio e ad esame cefalometrico prima di iniziare la terapia con CPAP.

La stessa valutazione è stata ripetuta dopo un periodo medio di 3 anni di uso della CPAP stessa. Il confronto dei dati delle due cefalometrie ha evidenziato cambiamenti significativi nella posizione dei mascellari superiore e inferiore, che risultano entrambi spostati indietro rispetto alla situazione di inizio cura.

Si è riscontrato anche un cambiamento dei rapporti occlusali, cioè del modo in cui i denti delle due arcate si ingranano fra di loro: dopo la terapia i denti dell’arcata superiore tendono ad arretrare più degli inferiori.

Potete leggere l’abstract dell’articolo cliccando sul link qui sotto:

Craniofacial Changes After 2 Years of Nasal Continuous Positive Airway Pressure Use in Patients With Obstructive Sleep Apnea — CHEST.

Vi segnaliamo anche un commento all’articolo , a cura di I. Shapira, un dentista americano che si dedica da molti anni alla terapia della OSAS con apparecchi dentali, co-fondatore del sito IhateCPAP.com.

L’autore fa notare come le modifiche scheletriche riscontrate causano una diminuzione della libertà di movimento in avanti della mandibola, e sono frequentemente riscontrate in soggetti che lamentano cefalea cronica e dolori alle articolazioni temporo-mandibolari.

Inoltre segnala che questi spostamenti sono esattamente opposti a quelli provocati ad arte nell’intervento di avanzamento maxillo-mandibolare, che è ad oggi la terapia chirurgica di gran lunga più efficace per la OSAS. In questo senso le modifiche causate dalla CPAP potrebbero causare una sorta di dipendenza dall’apparecchio, dato che potrebbero provocare peggioramento dell’ostruzione respiratoria, in assenza della CPAP stessa.

Shapira fa notare che questi effetti collaterali non devono indurre a sospendere l’uso della CPAP, che è una terapia salva-vita, ma che i pazienti devono conoscerli, così come è giusto che siano informati dei possibili effetti collaterali degli apparecchi dentali. Suggerisce anche l’uso in contemporanea di apparecchi dentali e CPAP per bilanciare, almeno in parte,  questi effetti, oltre che per consentire la riduzione della pressione dell’aria nella CPAP nei casi più gravi.

Poi passa in rassegna le diverse terapie proposte per la apnea del sonno, con valutazioni interessanti sulle diverse opzioni.

Per leggere il commento potete cliccare sul link qui sotto:

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