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Articoli per la parola chiave ‘vie respiratorie’

Nuovo video sulla apnea del sonno

29 ottobre 2010 @ 16:00

Pubblichiamo oggi il video “Apnea del sonno in 4 minuti“, interamente dedicato alla apnea del sonno. Il filmato presenta una piccola parte della notte di un paziente con una forma grave di sindrome delle apnee del sonno (OSAS). Nella notte si succedono senza interruzione periodi di apnea alternati a periodi di iperventilazione.

Alle immagini è abbinato la visualizzazione del tracciato del monitoraggio del sonno fatto negli stessi minuti a cui si riferisce il filmato. In questo modo lo spettatore vede in contemporanea l’apnea nel paziente, la sua rappresentazione grafica (curve di flusso dell’aria attraverso il naso) e la rappresentazione della frequenza cardiaca e della saturazione di ossigeno nel sangue. Il commento parlato spiega il significato dei diversi eventi e delle linee sul tracciato del sonno.

Le conseguenze di questa malattia (frammentazione del sonno e la sonnolenza che ne risulta, ipossia con tutti i guai che ne risultano, reflusso gastro-esofageo…) sono più facili da capire guardando in vivo cosa succede ad un paziente apnoico.

Ci auguriamo che il video contribuisca a far capire la gravità di questa malattia, così diffusa (più di un milione e mezzo di persone in Italia) e ancora così sottovalutata.

Per vedere il video cliccare sull’immagine qui sotto

ATTENZIONE:  se avete una connessione veloce potete vedere il video in alta definizione (HD) cliccando sul tasto in basso e a destra del video su 720p.  Se il video si interrompe durante la visione, utilizzate una definizione più bassa (480p di solito vanno bene), oppure aspettate un paio di minuti per dare il tempo al computer di caricare tutto.

Se avete problemi di visualizzazione potete vedere il video direttamente su youtube.

Nei giorni 25-26 novembre si terrà a Peschiera del Garda (VR) un convegno dedicato alla medicina del sonno. Il giovedì 25 il tema sarà “Sonno e malattie neurodegenerative”, mentre il giorno seguente si terranno due workshop (in sedi diverse). Il primo avrà come tema “Approccio chirurgico alla apnee ostruttive del sonno”. Il secondo invece sarà dedicato alle  “Metodiche neurofisiologiche nella medicina del sonno”.

Programma completo e moduli di iscrizione al link qui sotto:

peschiera.pdf (Oggetto application/pdf)

La seconda relazione tenuta a Brema dal professor Sullivan è stata interamente dedicata ai compiti della medicina dentale del sonno.

Il suo giudizio globale, come si vede anche dal titolo della relazione, è che questi compiti siano sempre più importanti sia a livello diagnostico che terapeutico.

Ci sembra particolarmente significativo che il riconoscimento del ruolo dei dentisti, che in Italia non si è ancora affermato del tutto, venga proprio dall’uomo che ha inventato la CPAP.

Il relatore ha schematizzato i compiti degli odontoiatri nel modo seguente: ………………

  • Ruolo nella diagnosi
  • Ruolo nella terapia degli adulti
  • Ruolo nella terapia dei bambini
    • Espansione rapida del palato
    • Correzione delle II classi scheletriche
  • Ruolo nel trattamento chirurgico
  • Ruolo nella prevenzione
    • L’intervento ortodontico precoce nel bambino evita molti casi di OSAS nell’adulto

Sullivan ha insistito, come già in precedenza, sul ruolo della prevenzione: è importante intervenire prima che l’apnea del sonno diventi grave.

Sappiamo che il 10% dei bambini russa. Questi bambini devono essere intercettati prima che si manifestino i sintomi classici della apnea del sonno, ben conosciuti dagli ortodontisti: la tipica “facies adenoidea” con occhi arrossati, bocca semi-aperta, aspetto insonnolito. Il relatore ha citato un libro del 1909 dove si illustravano le trasformazioni miracolose che la asportazione di adenoidi e tonsille provocava in questi bambini (parte II, capitolo V “Mouth breathing” del libro “CIVICS AND HEALTH” di W. Allen). Da allora dovremmo aver fatto qualche passo avanti.

A proposito della apnea del sonno nei bambini: il fatto che si consideri patologico nel bambino anche un solo episodio di apnea/ora non è certo dovuto alle conseguenze di quell’unica apnea, ma ai grossi sforzi che il bambino fa per respirare nei restanti 59 minuti! Sullivan ci ha fatto sentire il respiro sibilante (hissing breathing) che non è russamento e nemmeno apnea, ma l’espressione di questi sforzi per far passare l’aria attraverso la faringe ristretta. E’ una cosa simile a ciò che accade agli adulti con OSAS grave, ma qui non c’è apnea. Inoltre i noti meccanismi che legano reciprocamente la forma alla funzione fanno sì che si instauri un circolo vizioso: il lume faringeo ristretto provoca ostruzione respiratoria; questa, a sua volta, provoca lo sviluppo insufficiente delle vie aeree e così via. Questo cerchio va spezzato e l’intervento che va realizzato è innanzitutto quello ortodontico, seguito eventualmente dalla asportazione di tonsille e adenoidi.

La prevenzione è importante anche negli adulti, soprattutto nei giovani: un giovane russatore andrà molto probabilmente incontro a forme anche gravi di apnea in futuro. Non è detto che ogni caso di russamento vada sistematicamente trattato, ma sicuramente bisogna seguire questi pazienti nel tempo, valutare intensità e durata del russamento, e soprattutto controllare che non compaiano ipertensione arteriosa, sonnolenza o altri sintomi, e che l’ostruzione respiratoria non si aggravi col passare degli anni e con eventuali aumenti di peso.

Alla domanda su quali siano gli aspetti più importanti della ricerca attuale sui disturbi respiratori del sonno (SDB), Sullivan ha segnalato tre aree di ricerca che a suo avviso sono oggi fondamentali:

  1. Lo studio del ruolo dei disturbi respiratori del sonno nella gestosi. Siamo sicuri che gli SDB siano la prima causa di ipertensione nel terzo trimestre di gravidanza. Non c’è di solito apnea del sonno ma ostruzione respiratoria, che non sembra essere la causa diretta della gestosi ma un fattore che scatena una patologia micro-vascolare latente. Gli apparecchi dentali potrebbero essere un ottimo strumento in questi casi, a condizione di produrli abbastanza in fretta.
  2. La pediatria. Abbiamo già riferito dell’importanza della ortodonzia.
  3. Gli strumenti che attualmente usiamo per lo studio del sonno sono obsoleti, e i tempi di attesa scoraggianti, soprattutto per forme acute come quella, appena citata, del terzo trimestre di gravidanza (ci serve fare lo studio del sonno stasera e la terapia domani!). Anche per i bambini i tempi devono essere molto brevi. La ricerca deve produrre dispositivi che siano affidati al paziente a domicilio e che producano risultati pressoché istantanei.

Vi proponiamo un video appena uscito su RAI3, in cui viene intervistato il prof. Centanni, primario pneumologo all’Ospedale San Paolo di Milano.  Vengono illustrate in modo ampio la genesi e la diagnosi della sindrome delle apnee del sonno. Si parla diffusamente anche delle diverse terapie possibili. Unica nota negativa: non si fa nessun cenno alla cura con gli apparecchi dentali.

Si tratta comunque di un contributo utilissimo alla divulgazione delle conoscenze su questo tema, per cui siamo lieti di pubblicarlo anche sul sito.

Se desiderate vedere il video direttamente su youtube, con la possibilità di ingrandirlo a schermo intero, cliccate sul titolo appena questo compare (Apnea notturna – Russare troppo)

Benvenuti su Russamentoeapnea

3 luglio 2010 @ 15:18

Da oggi il sito è online!

Il nostro desiderio è quello di proporvi una piazza virtuale dove informarsi, discutere e confrontarsi su un problema molto importante, quello del russamento e delle apnee del sonno.

Apnee del sonno

7 maggio 2010 @ 22:42

Nel capitolo sul russamento abbiamo esaminato il meccanismo che porta alla ostruzione parziale delle vie aeree. Quando l’ostruzione delle vie aeree diventa più grave, si arriva alla chiusura  parziale o completa, illustrata nelle figure che seguono. Si parla allora di sindrome delle apnee ostruttive del sonno, nota anche come OSAS (Obstructive Sleep Apnea Syndrome).

I meccanismi sono gli stessi già descritti per il russamento.

Come introduzione “leggera” all’argomento vi suggeriamo un video su un epidodio di apnea del sonno (con drammatizzazione musicale) comparso un anno fa su Youtube. Dura circa un minuto e fa capire abbastanza bene cosa succede al paziente in questa situazione. Oppure il video che abbiamo pubblicato da poco “Apnea del sonno in 4 minuti“, che spiega più diffusamente il problema e comprende anche il tracciato cardio-respiratorio del sonno.

Va notato che nei soggetti con OSAS il calibro delle vie aeree è diminuito ancor più che nei russatori (Schwab 1993, 2003, Schwab-Strohl 2003), ma la attività neuromuscolare di base è maggiore che nei soggetti senza OSAS (Fogel et al. 2001, Malhotra et al.2002). Questo consente una respirazione normale finchè il soggetto è sveglio, ma nel sonno il tono muscolare diminuisce, il calibro delle vie respiratorie si riduce, la mandibola cade all’indietro e ruota (spesso la bocca è aperta) e le vie aeree superiori si chiudono (Clark et al 1996, Thornton 1998).

Vie aeree ostruite

Particolare delle vie aeree ostruite

Se la chiusura è parziale si determina una riduzione del flusso aereo (ipopnea). Quando la faringe si chiude completamente, la respirazione cessa (apnea). Questa situazione è potenzialmente mortale. Man mano che l’apnea procede, l’ossigeno nel sangue diminuisce (ipossiemia) e la anidride carbonica aumenta (ipercapnia): il cervello viene avvertito di ciò, e invia una sorta di messaggio di allarme (liberando adrenalina e aumentando l’attivazione del cosiddetto sistema simpatico).

La conseguenza più importante è il risveglio del cervello stesso (“arousal“) che provoca l’attivazione dei muscoli dilatatori della faringe (quelli che si rilassano nel sonno) e quindi la sospensione dell’apnea: il soggetto effettua di solito tre o quattro respiri fragorosi, e l’ossigenazione torna a livelli accettabili. I risvegli sono nella grande maggioranza dei casi di brevissima durata, e non vengono ricordati al mattino. Qualche volta invece il paziente si sveglia con la sensazione di soffocare (del tutto realistica), e questo è un sintomo importante di probabile sindrome delle apnee del sonno.

Dopo il risveglio la situazione si normalizza, il sonno torna profondo, le vie aeree possono di nuovo chiudersi per effetto del rilassamento muscolare, e il ciclo ricomincia. Questa situazione di “va e vieni” fra periodi di apnea e momenti di iperventilazione può ripetersi anche centinaia di volte nel corso di una notte.

Se esaminiamo il filmato di un paziente con una forma grave di apnea del sonno (ad esempio “Apnea del sonno in 4 minuti“, oppure “What is sleep apnea”),  la cosa sorprendente è che il paziente sia ancora vivo dopo una notte passata quasi senza respirare.

Gli effetti dannosi causati da questa situazione sono parecchi, e spesso gravi.  Li esaminiamo nelle pagine dedicate alle conseguenze delle apnee del sonno.

Russamento

@ 22:23

Se non c’è ostruzione delle vie aeree, il flusso dell’aria nelle prime vie respiratorie è tranquillo (flusso laminare) e quindi silenzioso.

Vie aeree normali
Particolare delle vie aeree

In posizione supina le vie aeree si restringono leggermente (Masumi et al. 1996). Durante il sonno c’è una diminuzione della attività dei muscoli dilatatori della faringe, e quindi tutte le pareti della faringe tendono a restringersi ulteriormente rispetto allo stato di veglia.  Questo accade in tutte le persone senza distinzione, è un fenomeno fisiologico. Davidson 2003, Trudo et al. 1998)

Però le vie aeree possono essere più strette del normale per cause anatomiche: depositi di grasso, tonsille molto ingrossate, palato molle (ugola) lungo e spesso, mandibola piccola…

oppure per cause funzionali (alcool, farmaci sedativi..). In questo caso le strutture possono diventare, nel sonno, ancora più strette: il flusso dell’aria diventa turbolento, si crea una vibrazione dei tessuti molli delle vie aeree,  che produce il rumore che conosciamo come russamento. Anche l’ostruzione del naso acuta (raffreddore) o cronica (deviazione del setto, ipertrofia dei turbinati) può determinare indirettamente il russamento: se respiriamo a bocca aperta la mandibola tende a cadere più facilmente all’indietro, restringendo le vie aeree.

Va notato che il rumore del russamento può essere prodotto dalla vibrazione di una qualsiasi delle strutture coinvolte: non solo il velo del palato (come si credeva anni fa) ma anche lingua,  pilastri tonsillari, pareti laterali della faringe, epiglottide, e anche le secrezioni della mucosa, possono vibrare e produrre rumore.

Nel russamento si ha quindi una situazione intermedia fra quella delle figure appena viste (vie aeree normali) e quella  qui sotto, che rappresenta l’ostruzione completa delle vie respiratorie.

Vie aeree ostruite