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Articoli per la parola chiave ‘ESS’

Questo articolo, pubblicato in settembre 2010 sul Journal of Clinical Rheumatology, descrive uno studio anamnestico effettuato su 423 pazienti consecutivi della clinica reumatologica di un ospedale universitario canadese.

A tutti questi pazienti è stato chiesto di rispondere ad una serie di questionari specifici per diversi disturbi del sonno: OSAS (questionario di Berlino), sonnolenza diurna (ESS), qualità del sonno (PSQI),  Sindrome delle gambe senza riposo (criteri diagnostici). Inoltre è stato somministrato il questionario CES-D per la valutazione della depressione.

I risultati delineano una prevalenza di sintomi dei  disturbi del sonno notevolmente più elevata che nella popolazione generale:

  • 25,7% dei soggetti presentava eccessiva sonnolenza diurna (ESS maggiore di 10)
  • 67,3% segnalava una qualità scadente del sonno (PSQI maggiore di 5)
  • 35,2% aveva un alto rischio di apnea del sonno (punteggio elevato al questionario di Berlino)
  • 24% dei partecipanti presentava i sintomi della Sindrome delle gambe senza riposo (RLS)

I pazienti con punteggi elevati alla scala di Epworth e al PSQI presentavano punteggi significativamente peggiori nella valutazione di dolore, stanchezza,  depressione, stress e nella situazione generale: in sostanza la malattia reumatica risultava peggiore nei pazienti con sonno più disturbato.

Le conclusioni degli autori sono che nei pazienti reumatici appare probabile una elevata prevalenza di disturbi del sonno misconosciuti: ipersonnolenza, scarsa qualità del sonno e probabilmente disturbi respiratori del sonno.   Il suggerimento è di includere una valutazione del sonno nell’inquadramento standard delle malattie reumatiche. Questa valutazione dovrebbe comprendere la ESS e i criteri per la RLS.

Potete leggere l’abstract dell’articolo cliccando sul link qui sotto:

Hypersomnolence and sleep disorders in a rheumatic disease patient population

Un ampio commento all’articolo è stato pubblicato sul Corriere della Sera:

Check up del sonno per i reumatici – Corriere della Sera.

Il gruppo di ricerca sulle neuroscienze e il Centro del Sonno dell’Ospedale San Raffaele di Milano hanno appena pubblicato sullo American Journal of Respiratory and Critical Care Medicine un articolo importante sulle conseguenze anatomiche della Sindrome delle Apnee Ostruttive del Sonno (OSAS).

Lo scopo dello studio era valutare i deficit neuro-psicologici provocati dalla OSAS grave e la loro correlazione con cambiamenti strutturali del cervello, e soprattutto la eventuale reversibilità di queste lesioni con la terapia.

Sono stati studiati 17 soggetti con OSAS grave (AHI maggiore di 30 e un notevole livello di ipossiemia), non ipertesi e non affetti da altre patologie che possano provocare lesioni cerebrali, e senza deficit cognitivo grave. Il gruppo di controllo era costituito da 15 soggetti di età e genere paragonabili, sani, con AHI minore di 5.

Tutti i soggetti sono stati sottoposti a polisonnografia; inoltre sono stati effettuati test neurofisiologici per valutare i diversi aspetti della funzione mentale, Scala di Epworth della sonnolenza (ESS), test per la valutazione della depressione, e alla Risonanza Magnetica Nucleare per valutare la presenza di lesioni organiche.

Nei soggetti con Apnea del Sonno è stato riscontrato un risultato peggiore, rispetto ai controlli, in quasi tutti i test neurocognitivi, nella sonnolenza, nell’umore e nei test per la valutazione della qualità di vita globale. Questi effetti erano già noti. Nuova invece la definizione, molto precisa, delle aree cerebrali in cui la risonanza magnetica ha identificato una lesione organica (riduzione di volume della materia grigia): l’ippocampo di sinistra, la parte posteriore della corteccia parietale di sinistra e il giro frontale superiore di destra.

Cliccare per ingrandire

Ma soprattutto questo lavoro ha per la prima volta dimostrato che queste lesioni possono essere reversibili: tutti i soggetti sono stati sottoposti a terapia con CPAP per tre mesi, e le modificazioni organiche sono completamente regredite. Gli autori sottolineano, fra le implicazioni della ricerca, la possibile importanza di questi risultati nel motivare i pazienti a seguire correttamente la terapia.

Potete leggere l’abstract dell’articolo sullo AJRCCM cliccando sul link:

http://171.66.122.149/cgi/content/abstract/201005-0693OCv1

Un ampio commento è anche riportato sulla rivista medica online “Medilexicon News”:

MediLexicon News – Sleep Apnea Linked To Cognitive Difficulties And Deficits In Gray Matter.

La sindrome delle apnee del sonno (OSAS) è la seconda causa in ordine di importanza della eccessiva sonnolenza diurna (la prima causa è la deprivazione di sonno notturno).

La sonnolenza è una causa molto importante di una serie di grossi guai: gli incidenti stradali sono uno dei più comuni, gli incidenti sul lavoro possono avere conseguenze ancora più catastrofiche. Un esempio famoso è il disastro della centrale nucleare di Chernobyl del 1986. Un altro il naufragio della superpetroliera Exxon Valdez nel 1989, che causò una macchia di petrolio di conseguenze tali che i danni sono ancora presenti oggi.

Il cosiddetto “colpo di sonno” è la causa, spesso non accertata, di errori umani altrimenti difficili da spiegare. Intere categorie sono ad altissimo rischio: guidatori professionisti di autobus e autotreni (spesso a rischio per molte cause, dall’obesità alla deprivazione di sonno) , piloti di aerei o, peggio ancora, controllori di volo…

La misura obiettiva della sonnolenza è difficile. Si fa con test come il MSLT, ideato da Bill Dement, che è forse l’uomo al mondo che ha dedicato più energie e inventiva allo studio della sonnolenza e ai modi di prevenirla.

Circa 20 anni fa il dottor Johns, che lavorava allora all’ospedale di Epworth, cittadina australiana che ha poi dato il nome alla scala, inventò un sistema per valutare la gravità della sonnolenza basato su otto semplici domande. Il piccolo questionario è stato via via applicato in tutto il mondo con un successo crescente, ed è attualmente considerato una misura molto attendibile della sonnolenza: gli studi eseguiti hanno sempre trovato una buona correlazione fra la sonnolenza misurata con questo semplice test e quella valutata da esami più complessi come il citato MSLT, il test MWT o il test OSLER.

Vi proponiamo la scala di Epworth in una delle pagine del sito dedicate ai test che potete fare online. Compilatela e avrete una risposta automatica sul vostro problema di sonnolenza.

Vi ricordiamo anche che un’altra pagina è dedicata agli effetti degli apparecchi dentali sulla sonnolenza causata dalla apnea del sonno.

Vi segnaliamo che nel sito “Slideshare” si trova una brochure destinata ai pazienti che desiderano informazioni su russamento e apnea del sonno.

Le informazioni riassumono in parte quelle che potete trovare nelle pagine del sito (russamento, apnee del sonno e pagine correlate) . Il linguaggio e la presentazione grafica sono però più agili e molto più sintetiche, e quindi questo tipo di pubblicazione è adatto a chi vuole acquisire in brevissimo tempo le informazioni basilari su questo argomento.

Se desiderate vedere le immagini della presentazione a schermo intero cliccate su menu – view full screen (in basso a sinistra nel riquadro).

Se avete difficoltà a vedere la presentazione cliccate qui sotto sul titolo:Smettere di russare per vivere meglio

I nostri test

13 agosto 2010 @ 01:35

Vi proponiamo, nelle pagine correlate a questa, alcuni test di autodiagnosi con le relative spiegazioni. Potrete fare questi test direttamente sul sito, ed avere un risultato immediato, che vi permetterà di aver indicazioni utili sul vostro russamento (TSS, VSS), sulla sonnolenza diurna e il relativo rischio di incidenti stradali (ESS) , e sulla probabilità che siate affetti da sindrome delle apnee del sonno (formula di Flemons):

  • Per la valutazione del peso corporeo: l’indice di massa corporea (Body Mass Index, BMI)
  • Per la valutazione della sonnolenza diurna: la scala di Epworth della sonnolenza (ESS), che è il test più universalmente usato per questo scopo.
  • Una scala che considera la autovalutazione del russamento: Thornton Snoring Scale (TSS)
  • Un’altra che riflette il punto di vista del partner sul russamento: Visual Snoring Scale (VSS)

ATTENZIONE!! tutti questi test hanno lo scopo di migliorare le conoscenze e l’attenzione di tutti su una patologia grave e sottovalutata come l’apnea del sonno. Non sostituiscono in nessun modo una diagnosi medica completa, che come abbiamo visto si basa sulla valutazione complessiva di diversi fattori e non soltanto sui questionari.  In pratica l’utilità dei test che vi proponiamo è di permettervi di valutare la probabilità che il vostro problema sia serio (in particolare la formula di Flemons definisce anche quantitativamente questa probabilità). Ma non consentono  di affermare nè di escludere con certezza la presenza di patologia.

Potete utilizzare questi test direttamente sul sito e valutarne i risultati con l’aiuto della spiegazioni allegate. Se desiderate approfondire la conoscenza della vostra situazione vi proponiamo diverse possibilità:

1       Potete chiedere direttamente informazioni o chiarimenti sulla vostra situazione usando il servizio di domande e risposte online. In questo caso le risposte saranno pubbliche, sul blog del sito.

2       Potete anche  richiedere online il questionario completo che utilizziamo nel nostro studio. In questo caso vi chiediamo di registrarvi, dato che le informazioni che ci fornirete devono restare riservate e sono sottoposte alla normativa sul rispetto della privacy. Vi invieremo il questionario al vostro indirizzo e-mail, e dopo che l’avrete compilato e rinviato allo studio vi risponderemo con una valutazione (gratuita) ancora via mail.

3        Se lo desiderate potete chiederci una consultazione gratuita online. A questo scopo vi consigliamo di compilare comunque il questionario, e di aggiungere le domande che desiderate fare, nello spazio apposito. Naturalmente anche in questo caso la risposta sarà riservata.

La scala di Epworth è una misura della sonnolenza diurna. E’ un test utile per aiutare nella diagnosi dei disturbi del sonno.

Come fare il test:

Il test le chiede di valutare quale probabilità lei ha di appisolarsi o addormentarsi in diverse situazioni. Il test si riferisce al suo stile di vita abituale in tempi recenti. Anche se non ha mai pensato ad una di queste situazioni, si sforzi di ricordare il suo comportamento in questi casi.

Usi la scala seguente per scegliere il numero più appropriato per ogni situazione:

  • 0 = Non mi capita mai di appisolarmi in questa situazione
  • 1 = Probabilità scarsa che mi succeda di appisolarmi in questa situazione
  • 2 = Probabilità moderata di appisolarmi in questa situazione (abbastanza spesso, ma non sempre)
  • 3 = Probabilità elevata di appisolarmi in questa situazione (quasi sempre)
Comincia il test
Quale probabilità Lei ha di appisolarsi o addormentarsi nelle seguenti situazioni (non semplicemente di sentirsi stanco)?

Seduto, leggendo un libro o un giornale:

Guardando la televisione:

Seduto, inattivo, in un luogo pubblico. Per esempio a teatro o ad una conferenza:

Come passeggero in auto, dopo un'ora senza soste:

Sdraiato per riposare nel pomeriggio, quando le circostanze lo permettono:

Seduto, conversando con qualcuno:

Seduto tranquillamente dopo un pranzo (senza aver bevuto nessun alcoolico:

In auto, durate una sosta di qualche minuto nel traffico:


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Interpretazione dei risultati

Utilizziamo in questa pagina l’interpretazione suggerita dal gruppo di Stanford, che è leggermente più restrittiva di quella suggerita in origine dal dr Johns, inventore della scala :

  • Fino a 6: situazione di sonnolenza ottimale
  • 7-8: risultato accettabile
  • Da 9 in su: situazione potenzialmente pericolosa

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Se desidera una valutazione medica più completa sul rischio di avere una sindrome delle apnee del sonno, faccia richiesta nella casella sotto di ricevere il questionario completo.

Glielo invieremo al più presto per e-mail: quando lo riceverà, compili il questionario e lo rimandi, sempre per e-mail, all’indirizzo dello studio. Alcune domande sono le stesse che ha già visto nelle pagine su “I nostri test” (BMI, ESS, TSS, VSS, Flemons), ma la preghiamo di scrivere di nuovo le risposte in modo che siano valutate tutte insieme.

E’ necessario inserire nome e indirizzo e-mail, perché le risponderemo personalmente all’ indirizzo di posta elettronica da lei indicato. Tutti i dati resteranno riservati: non compariranno sul sito nè saranno diffusi in alcun modo, secondo la normativa sulla privacy e soprattutto secondo le regole che tutelano il segreto professionale. La valutazione dei risultati le verrà fornita a titolo gratuito.

Il suo nome (richiesto)

La sua data di nascita

La sua email (richiesto)

Richiedo che mi venga inviato per e-mail il questionario completo per la valutazione del rischio di apnee ostruttive del sonno.

1+1=? 

Risultati sulla sonnolenza

10 maggio 2010 @ 22:57

Come abbiamo visto la sonnolenza diurna è uno dei sintomi più importanti della sindrome delle Apnee del Sonno (OSAS), ma può essere causata anche dal russamento “semplice” o dalla forma intermedia nota come UARS.  E’ una delle conseguenze più rilevanti dei disturbi respiratori del sonno per il rischio aumentato di incidenti stradali e sul lavoro. Di conseguenza è fondamentale valutare gli effetti sulla sonnolenza delle terapie effettuate.

Le revisioni della letteratura sugli apparecchi dentali mettono in evidenza risultati soddisfacenti, di solito sovrapponibili a quelli ottenuti con la CPAP, per tutte le valutazioni sulla sonnolenza e in generale per i test neuro-cognitivi (Hoekema 2004, Ferguson 2006).  La maggior parte delle valutazioni sono state effettuate utilizzando la scala di Epworth o altri test soggettivi, cioè basati sulle valutazioni del paziente o del partner. Va detto che nei casi in cui è stata eseguita una valutazione obiettiva con misurazioni effettuate dai medici, come il test MSLT, i risultati sono stati simili: in generale la scala di Epworth viene considerata un indice fedele della situazione.

Hoffstein ha esaminato, sullo specifico tema della sonnolenza, un gruppo di articoli che valutano 854 casi. il punteggio della scaladi Epworth si è ridotto da una media di 11,2 (prima) a 7,8 (dopo la cura con apparecchi dentali).

Fra i lavori originali sul tema, lo studio di Smith e Battagel (2004) è  interessante perchè dimostra una diminuzione della sonnolenza in un gruppo di “russatori semplici”, cioè in assenza di OSAS, trattati con un apparecchio dentale.

Negli ultimi anni alcuni studi hanno valutato la sonnolenza, oltre che con criteri soggettivi, anche con tests obiettivi. Ad esempio in una ricerca olandese (Hoekema et al. 2007) un gruppo di soggetti con OSAS grave (AHI medio di 50) è stato sottoposto ad un test di simulazione di guida dell’auto su tracciato noioso; le performances erano nettamente peggiori di quelle di soggetti senza OSAS; dopo terapia con apparecchi dentali il livello di attenzione era normalizzato, e il risultato era identico a quello ottenuto con la CPAP.  Buoni risultati sono stati conseguiti nel 2009 dal gruppo di Gagnadoux. Qui la vigilanza diurna è stata misurata con il test OSLER, un sistema di valutazione obiettiva che misura le latenze del sonno e il numero di errori compiuti, e con diversi altri test; anche in questo studio i risultati ottenuti con gli apparecchi dentali  sono stati praticamente identici a quelli ottenuti dalla CPAP.

Diagnosi

7 maggio 2010 @ 23:21

La prima cosa da dire su questo argomento è che la presenza di apnee del sonno va sempre valutata in presenza di russamento o di altri sintomi sospetti, e  soprattutto che nessuno deve essere sottoposto a terapie di qualsiasi tipo contro il russamento  senza che sia  stata ricercata la presenza di apnea del sonno. Se si omette questa precauzione si corre il rischio di “silenziare ” il paziente senza risolvere il problema dell’apnea: così avremo soppresso il principale segnale di allarme, e il nostro paziente potrà continuare a soffocare senza più dar fastidio a nessuno!

A questo proposito va notato che spesso un forte russatore può essere giudicato “migliorato” dal partner proprio perchè ha iniziato a soffrire di apnee del sonno: quanto più è grave la forma di apnea tanto meno il soggetto respira, e quindi il russamento diventa sempre più intermittente (limitato alle fasi di iperventilazione); perciò risulta essere meno fastidioso per il partner.

La diagnosi di sindrome delle apnee del sonno è basata:

1) Sulla raccolta di informazioni in possesso del paziente e del suo partner, che permettono di sospettare la malattia

2) Sulla visita medica, orientata alla valutazione della situazione generale e locale del paziente (esame della bocca, del naso e della faringe). Questa visita può essere integrata, quando necessario, da ulteriori esami specialistici che permettono di valutare meglio bocca naso e faringe.

3) Sui dati strumentali, ricavati dalla polisonnografia o dal monitoraggio del sonno, che permettono di confermare o escludere il sospetto diagnostico.

In questa pagina approfondiamo invece quali sono le domande da fare per sospettare l’apnea. in generale i sintomi maggiori della sindrome delle apnee del sonno sono:

  • Russamento abituale
  • Sonnolenza diurna
  • Apnee (testimoniate dal partner)
  • Risvegli notturni con senso di soffocamento

I segni obiettivi più importanti  sono invece

  • Obesità, o comunque aumento di peso significativo in tempi recenti
  • Circonferenza del collo maggiore di 43 cm per gli uomini e di 41 cm per le donne
  • Mandibola piccola o posizionata indietro rispetto al mascellare superiore (“mento sfuggente”)

Per indagare questi sintomi, e altri  sintomi definiti “minori”, che comunque sono utili per valutare la malattia, sono stati creati numerosi test e questionari. Si veda la pagina “I nostri test” quelle correlate (una per ogni test), e le pagine “domande e risposte“, “questionario” e “consultazione gratuita“.