Archivi

Articoli per la parola chiave ‘ipertensione arteriosa’

Si terrà a Milano, nei giorni giovedì e venerdì 16-17 aprile, presso l’ospedale San Raffaele Turro il corso “I disturbi respiratori nel sonno e patologie cardiovascolari: nuove evidenze scientifiche”.

Direttore del corso sarà il dott. Alberto Braghiroli

Per scaricare la locandina del corso cliccare sul link qui sotto:

Corso OSAS e rischio cardiovascolare

Russamento e ipertensione arteriosa

21 gennaio 2011 @ 18:55

Domanda: Mi chiedevo se fosse vero che, chi ha problemi di russamento durante la notte ha una tendenza all’ipertensione appena sveglio.   grazie  Angela

Risposta: Si, la sua preoccupazione è giustificata. La presenza di russamento abituale, soprattutto se intenso,  anche in assenza di una vera sindrome delle apnee del sonno aumenta la probabilità di ipertensione arteriosa, innanzitutto notturna ma in seguito anche diurna.

Può approfondire l’argomento nelle pagine del sito dedicate al russamento “semplice”, alle conseguenze dell’ipossia e ai risultati della terapia, e, se lo desidera, negli articoli scientifici citati in queste pagine.

Saluti

Franco Sacchi

Il titolo rappresenta una estrema sintesi dell’articolo, appena pubblicato su “Sleep”, che riferisce i risultati di una ricerca effettuata alla Università di Pittsburgh, diretta a stabilire se esista una associazione fra i disturbi del sonno e lo sviluppo della sindrome metabolica.

La sindrome metabolica è probabilmente la principale patologia emergente nella nostra epoca. Costituisce il principale fattore di rischio per le patologie cardiovascolari (arteriosclerosi, infarto, ictus cerebrale)  che sono attualmente la prima causa di morte. Il suo aspetto più evidente è l’obesità addominale, accompagnata da una serie di indicatori, che a loro volta sono fattori di rischio cardiovascolare.

Dato che la sindrome è, come dicevamo, un problema del nostro tempo, le definizioni esatte proposte sono state diverse negli ultimi anni. Riportiamo qui di seguito quella proposta dalla IDF (International Diabetes Federation) nel 2005, e riassunta in una presentazione italiana del 2009:

  • Presenza di Obesità addominale (circonferenza vita maggiore di 94 cm per gli uomini e 80 cm per le donne), più almeno due dei seguenti fattori:
    • Pressione arteriosa maggiore di 135/85
    • Glicemia a digiuno maggiore di 100 mg/dl
    • Trigliceridi nel sangue più di 150 mg/dl
    • Colesterolo HDL (“colesterolo buono”) minore di 40 mg/dl (uomini) o di 50 mg/dl (donne)

Vediamo qui di seguito in che modo lo studio di Pittsburgh è arrivato a stabilire la correlazione fra russamento e sindome metabolica: …………….

UN NUOVO TEST DI AUTODIAGNOSI

Da oggi inseriamo nel sito, insieme agli altri test per consentirvi di valutare se siete a rischio di avere una sindrome delle apnee del sonno, anche  il QUESTIONARIO STOP-BANG.

Il nome un po’ buffo, da film poliziesco, deriva dalle iniziali inglesi delle 8 parole chiave del questionario (si veda la pagina del sito per le domande complete):

S (snore = russi) : Russi forte?

T (tired = stanco) : Ti senti spesso stanco?

O (Observed = osservato) : Qualcuno ha notato arresti del tuo respiro di notte?

P (Pressure = pressione arteriosa) la quarta: Hai la pressione alta?

B (BMI, Body Mass index = Indice di massa corporea): Il tuo BMI è superiore a 35?

A (AGE =età): La tua età è superiore a 50 anni?

N (Neck = collo): La tua circonferenza del collo è superiore a 40 cm?

G (Gender = genere, sesso): Sei maschio?

Come si vede si tratta di domande semplici a risposte nette (si/no). Vediamo  di seguito le caratteristiche tecniche che portano a ben considerare questo strumento diagnostico………………

Il questionario che vi presentiamo in questa pagina serve a valutare in modo semplice e veloce il rischio che correte di soffrire di apnee ostruttive del sonno. Lo scopo è analogo a quello della formula di Flemons, con la quale ha in comune diverse domande.

La storia e il significato del test sono descritti nell’articolo “STOP-BANG 8 domande…”.

Per fare il test rispondi alle domande qui sotto (NB – se non conosci il tuo BMI puoi ricavarlo dalla pagina apposita) :

Comincia il test
Stop Bang

Russi forte?
(abbastanza forte da sentirti attraverso una porta chiusa?) Si: No:
Ti senti spesso stanco, affaticato o assonnato durante il giorno? Si: No:
Qualcuno ha notato arresti del tuo respiro di notte? Si: No:
Hai la pressione alta, oppure sei in cura per la pressione alta? Si: No:
Il tuo BMI è superiore a 35? (per calcolarlo clicca su BMI) Si: No:
La tua età è superiore a 50 anni? Si: No:
La tua circonferenza del collo (numero del colletto) è superiore a 40 cm? Si: No:
Sei maschio? Si: No:


L’articolo che vi segnaliamo, appena pubblicato sul Journal of Hypertension, descrive uno studio multicentrico  effettuato su una casistica molto estesa: quasi 9000 persone, seguite per più di 10 anni in media.  In questa popolazione appare significativo il contributo della ipertensione arteriosa notturna, anche isolata, alla mortalità e al rischio di eventi cardio-vascolari, fatali e non fatali. Cioè, anche se la pressione arteriosa misurata di giorno appare normale, l’aumento pressorio notturno crea problemi, più gravi di quelli causati da un aumento solo diurno.

Va tenuto presente, anche se purtroppo l’articolo non fa cenno a questo aspetto,  che nella sindrome delle apnee del sonno (OSAS) si hanno ripetuti episodi di iperattività del sistema simpatico (“scariche di adrenalina”) durante la notte; questo causa  un aumento fasico della frequenza cardiaca e della pressione arteriosa notturna. La OSAS è la prima causa nota dell’ipertensione in generale, in particolare di quella notturna. Per una illustrazione visiva di questo meccanismo rimandiamo al video “Apnea del sonno in 4 minuti“. L’effetto può poi estendersi ad un aumento della pressione arteriosa anche di giorno, ma l’evento primario resta l’incremento notturno.

Sarebbe stato interessante includere in questo studio, così lungo e complesso, anche i dati polisonnografici o almeno una ricerca anamnestica dei disturbi respiratori del sonno. Probabilmente la ricerca della cause dell’ipertensione notturna non rientrava negli scopi del lavoro, oppure lo studio è stato progettato prima che gli esperti in ipertensione considerassero la OSAS come causa importante degli innalzamenti pressori.

Per leggere l’abstract dell’articolo cliccare sul link qui sotto:

Prognostic value of isolated nocturnal hypertensio… [J Hypertens. 2010] – PubMed result.

Nelle pagine correlate a questa diamo conto dei risultati ottenuti con gli apparecchi dentali. Gli strumenti utilizzati sono, per gli studi effettuati fino al 2005-2006, alcune fra le principali revisioni della letteratura scientifica sull’argomento. Gli studi publicati negli anni successivi (alcuni di questi sono molto importanti) sono stati descritti a parte.

Per comodità di lettura i risultati sono stati divisi in quattro parti:

  1. Risultati sul russamento
  2. Risultati sulla sonnolenza diurna
  3. Risultati sulla ipertensione arteriosa
  4. Risultati sulle apnee del sonno (cioè sulla riduzione degli indici di apnea come lo AHI)

Vi segnaliamo che nel sito “Slideshare” si trova una brochure destinata ai pazienti che desiderano informazioni su russamento e apnea del sonno.

Le informazioni riassumono in parte quelle che potete trovare nelle pagine del sito (russamento, apnee del sonno e pagine correlate) . Il linguaggio e la presentazione grafica sono però più agili e molto più sintetiche, e quindi questo tipo di pubblicazione è adatto a chi vuole acquisire in brevissimo tempo le informazioni basilari su questo argomento.

Se desiderate vedere le immagini della presentazione a schermo intero cliccate su menu – view full screen (in basso a sinistra nel riquadro).

Se avete difficoltà a vedere la presentazione cliccate qui sotto sul titolo:Smettere di russare per vivere meglio

Articoli scientifici sulla OSAS

25 giugno 2010 @ 18:04

1) Alcune revisioni della letteratura, con bibliografia molto completa:

2) Anatomia comparata : OSA e acquisizione del linguaggio

3) Informazioni cliniche, soprattutto su presentazioni atipiche della malattia:

4) Epidemiologia, studi sulla mortalità da OSAS e sulla correlazione con l’ipertensione arteriosa

5) OSAS e incidenti stradali:

6) OSAS e insufficienza cardiaca

7) OSAS e infarto del miocardio

8) OSAS e aterosclerosi

Conseguenze dell’ipossia

23 giugno 2010 @ 23:10

L’arresto periodico della respirazione durante il sonno causa ipossiemia (cioè diminuzione della quantità di ossigeno presente  nel sangue arterioso),  e questa a sua volta provoca ipossia periferica: diminuisce l’ossigenazione dei tessuti del corpo. Lo stesso motivo (l’ostruzione respiratoria)  determina anche ipercapnia (aumento della concentrazione di anidride carbonica nel sangue). Entrambi i fenomeni provocano la risposta dei meccanismi deputati a gestire le situazioni di deficit respiratorio: si tratta di una situazione di emergenza e il nostro corpo reagisce prontamente. La cascata di eventi che si viene a determinare è complessa; per una descrizione completa si rimanda agli articoli sulla OSAS. (1,2,3,4,5,6,7)

Molto schematicamente riassumiamo i fenomeni che accadono:

  1. Ipossia e risvegli attivano il sistema nervoso simpatico ( che in condizioni normali è poco attivo durante gran parte delle ore di sonno), con aumento di produzione di adrenalina e altri mediatori chimici tipici delle situazioni di  stress. Questo meccanismo agisce in sinergia con le alterazioni “fisiche” causate dalle apnee, cioè dall’aumento della pressione negativa intratoracica (vedi reflusso gastro-esofageo), causando una alterazione della dinamica della circolazione del sangue. Ne risultano vasocostrizione, aumento della frequenza cardiaca e della pressione arteriosa, aumento del ritorno venoso al cuore (cosiddetto pre-carico) e della resistenza al flusso arterioso (post-carico).
  2. L’ipossia e la ipercapnia attivano anche altri meccanismi complessi, che sono stati indagati soprattutto negli ultimi anni:
  • Aumenta la coagulabilità del sangue che provoca un aumento del rischio di trombosi.
  • Si crea anche una disfunzione endoteliale, con aumento di produzione della endotelina (che è un vasocostrittore periferico) e diminuzione della produzione di ossido nitrico (che invece dilata i vasi).
  • Aumenta la liberazione di mediatori dell’infiammazione (proteina C reattiva, citochine infiammatorie e altri).
  • L’ipossia crea anche stress ossidativo vascolare.

Tutti questi eventi contribuiscono a determinare una sofferenza vascolare periferica, i cui effetti si sommano a quelli descritti al punto 1) nel provocare una serie di conseguenze gravi e importanti:

  • IPERTENSIONE ARTERIOSA. Fra tutte le conseguenze della OSAS è la più studiata e documentata.  La probabilità di avere un innalzamento di pressione arteriosa aumenta in modo lineare con l’aumentare della gravità della OSAS. La OSAS è la più importante causa conosciuta di ipertensione arteriosa (Young 1996 e 2004, Portaluppi 1997, Silverberg 1998, Peppard 2000, Sharabi 2004). Pubblicheremo a breve una pagina dove si descrivono in modo più dettagliato le relazioni fra apnee del sonno e ipertensione.
  • CARDIOPATIA CORONARICA, con aumentata frequenza di INFARTO DEL MIOCARDIO E ANGINA PECTORIS. La frequenza e la gravità di queste patologie sono aumentate sia a causa di tutti i meccanismi descritti sopra, sia dalla ipertensione arteriosa associata. (Caples 2005, Marin 2005)
  • ICTUS CEREBRALE E T.I.A. (incidenti ischemici transitori) sono anch’essi notevolmente più frequenti in soggetti con OSAS (Shahar 2001, Arzt et al. 2005)
  • ARITMIE CARDIACHE di diversi tipi, in particolare la fibrillazione atriale,  sono correlate in modo significativo con le apnee del sonno (Mehra et al. 2005, Stevenson et al 2008)
  • INSUFFICIENZA CARDIACA:  gli studi effettuati finora suggeriscono una forte correlazione con la OSAS, e anche un netto miglioramento della prognosi  della insufficienza cardiaca se la OSAS viene trattata. (Shahar 2001, Wang 2007)
  • DIABETE: la OSAS causa un aumento della resistenza all’insulina e della glicemia a digiuno. La correlazione con la frequenza del diabete è ancora oggetto di studi. Sembra accertato che il diabete in soggetti con OSAS tende ad essere più grave e più difficile da curare. (Shaw 2008)
  • Malattie oculari: la sindrome delle apnee del sonno è una delle due cause principali del GLAUCOMA A BASSA PRESSIONE. Per altre patologie oculari ci sono studi in corso.