Archivi

Articoli per la parola chiave ‘mortalità’

Articoli scientifici sulla OSAS

25 giugno 2010 @ 18:04

1) Alcune revisioni della letteratura, con bibliografia molto completa:

2) Anatomia comparata : OSA e acquisizione del linguaggio

3) Informazioni cliniche, soprattutto su presentazioni atipiche della malattia:

4) Epidemiologia, studi sulla mortalità da OSAS e sulla correlazione con l’ipertensione arteriosa

5) OSAS e incidenti stradali:

6) OSAS e insufficienza cardiaca

7) OSAS e infarto del miocardio

8) OSAS e aterosclerosi

Mortalità

18 maggio 2010 @ 21:49

Come abbiamo visto la sindrome delle apnee del sonno (OSAS) può causare direttamente la morte (incidenti) e influenza in modo pesante numerose malattie (soprattutto del cuore e delle arterie) che a loro volta possono determinare la morte. La figura che segue è tratta dal più importante studio epidemiologico sulla OSAS svolto finora nel mondo, il Wisconsin Sleep Cohort Study. I soggetti presi in considerazione sono i dipendenti della pubblica amministrazione dello stato del Wisconsin (USA). Si tratta quindi di persone sane, ovvero con le stesse percentuali di probabile patologia che ha il resto della popolazione. La variabile considerata nel grafico è la mortalità globale, indipendentemente dalle cause di morte, in relazione alla presenza e alla gravità della OSAS.

Cliccare per ingrandire

Come si vede la mortalità generale dei soggetti senza OSAS (linea spezzata che corrisponde ad AHI minore di 5) è piuttosto bassa, inferiore al 5% nei 18 anni considerati dallo studio; questo è normale, trattandosi di soggetti mediamente abbastanza giovani.

La mortalità sale circa:

  • al doppio quando si considerano i soggetti con AHI fra 5 e 15 (OSAS lieve)
  • a più del triplo per i soggetti con AHI fra 15 e 30 (OSAS moderata)
  • a circa 10 volte di più nei soggetti con OSAS grave (AHI superiore a 30).

In altri termini, più del 40% dei soggetti con OSAS grave sono morti entro i 18 anni dell’inizio dello studio, contro meno del 5% dei soggetti senza OSAS.

Il grafico che vi mostriamo più avanti è ricavato dallo studio di He et al. (1988), che parte da un presupposto diverso: l’indagine è stata eseguita non su soggetti sani ma su pazienti curati per OSAS di diverse gravità nei servizi pneumologici di un grande ospedale. All’epoca la valutazione della malattia veniva fatta con un indice diverso da quelli attuali, lo Apnea Index (AI);  i soggetti sono divisi in due soli gruppi: quelli con AI inferiore a 20, che possiamo considerare affetti da OSAS lieve o moderata e quelli con AI superiore a 20, che possiamo considerare affetti da OSAS grave.

Cliccare per ingrandire

Come si vede nel grafico di sinistra nella figura, la mortalità per la OSAS grave è molto elevata, anche più che nello studio citato prima: circa il 40% dei pazienti con OSAS grave sono morti entro 8 anni.  Questa differenza è prevedibile, dato che si tratta di pazienti ospedalieri anzichè di impiegati “sani”.

Nello stesso studio è stata fatta anche una differenziazione dei soggetti in base all’età. I risultati sono mostrati nel grafico di destra, che evidenzia una mortalità molto simile a quella generale anche nei soli soggetti con più di 50 anni (circa 50% di morti entro 8 anni). Questo significa che la mortalità dovuta ad OSAS è molto elevata indipendentemente dall’età dei soggetti, cioè che i soggetti relativamente giovani muoiono per OSAS quasi quanto quelli più anziani.



Le conseguenze delle apnee sono riconducibili a tre meccanismi fondamentali:

1) La frammentazione del sonno, causa della sonnolenza diurna.

2) Lipossiemia (cioè la diminuita ossigenazione del sangue), che causa la attivazione del sistema simpatico, con liberazione di adrenalina, e una serie di fenomeni complessi di scoperta più recente, che contribuiscono alle malattie correlate alle apnee.

3) La diminuita pressione nel torace (aumentata pressione negativa) dovuta agli sforzi che il corpo compie per tentare di respirare malgrado l’ostruzione meccanica, che può causare reflusso gastro-esofageo e contribuisce alla genesi di problemi cardio-circolatori.

4) Tutte queste condizioni determinano un aumento significativo della mortalità nelle persone affette dalla sindrome delle apnee del sonno

Nelle pagine correlate a questa esaminiamo più in dettaglio i meccanismi in gioco.