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UN NUOVO TEST DI AUTODIAGNOSI

Da oggi inseriamo nel sito, insieme agli altri test per consentirvi di valutare se siete a rischio di avere una sindrome delle apnee del sonno, anche  il QUESTIONARIO STOP-BANG.

Il nome un po’ buffo, da film poliziesco, deriva dalle iniziali inglesi delle 8 parole chiave del questionario (si veda la pagina del sito per le domande complete):

S (snore = russi) : Russi forte?

T (tired = stanco) : Ti senti spesso stanco?

O (Observed = osservato) : Qualcuno ha notato arresti del tuo respiro di notte?

P (Pressure = pressione arteriosa) la quarta: Hai la pressione alta?

B (BMI, Body Mass index = Indice di massa corporea): Il tuo BMI è superiore a 35?

A (AGE =età): La tua età è superiore a 50 anni?

N (Neck = collo): La tua circonferenza del collo è superiore a 40 cm?

G (Gender = genere, sesso): Sei maschio?

Come si vede si tratta di domande semplici a risposte nette (si/no). Vediamo  di seguito le caratteristiche tecniche che portano a ben considerare questo strumento diagnostico………………

Questo articolo, pubblicato su La Stampa in settembre,affronta il problema della frammentazione del sonno da un punto di vista diverso da quello consueto: quello ostetrico. Non c’è solo la sindrome delle apnee del sonno a causare un sonno frammentato e quindi non riposante, ma anche i continui risvegli delle neo-mamme causati dal bambino che piange.

A dire il vero chi scrive ha esperienza di come questo problema viene risolto dalle mamme africane: il bambino nei primi mesi di vita dorme sempre accanto alla mamma, che lo allatta tranquillamente nel sonno. Dopo qualche settimana dalla nascita, il lattante impara a “servirsi da solo” sia di giorno che di notte, senza affatto disturbare la mamma, che non si accorge nemmeno di allattarlo…

Sembra che noi popoli “sviluppati” amiamo complicare le cose semplici;   diamo quindi il benvenuto a questo studio dei colleghi americani.

Per leggere l’articolo cliccate sul link qui sotto:

Benessere – LASTAMPA.it.
Vi segnaliamo anche un altro articolo comparso su un sito USA sull’ argomento: le mamme che allattano al seno non dormono di meno.

Continua la pubblicazione di articoli sull’obesità infantile, dopo quello divulgativo, pubblicato sul Corriere della Sera il 12.10. L’articolo che vi segnaliamo oggi è apparso sul Journal of Clinical Sleep Medicine nel 2009.

Siamo abituati a considerare la sindrome delle apnee del sonno (OSAS) del bambino come una malattia del tutto diversa da quella dell’adulto, e correlarla con la ostruzione delle prime vie respiratorie dovuta soprattutto alle dimensioni eccessive di tonsille e adenoidi. Così era fino a pochi anni fa. Ora l’epidemia di obesità che dilaga nel mondo, e soprattutto (per ora) negli USA, sta cambiando anche questo paradigma: anche nei bambini l’obesità diventa una causa importante di apnee del sonno.

Lo studio esamina 234 bambini e adolescenti di età compresa fra 2 e 18 anni. Tutti i soggetti erano russatori. I ragazzi sono stati divisi in 6 gruppi di età. Il grado di obesità tende ad aumentare man mano che i soggetti crescono. Ma soprattutto l’obesità diventa sempre più importante come fattore causale delle apnee del sonno: mentre nei gruppi di età minore la maggioranza dei pazienti in cui è stata riscontrata la OSAS aveva peso nella norma, nel gruppo fra 10 e 11 anni la maggior parte dei soggetti con OSAS erano obesi; questa maggioranza diventa schiacciante nel gruppo di adolescenti fra 12 e 18 anni. La figura qui sotto, tratta e modificata dall’articolo in oggetto, descrive in modo chiaro questa tendenza.

Da Kohler et al. 2009, modificata. Cliccare sull’immagine per ingrandirla

Per leggere l’articolo (testo completo) cliccate sul link qui sotto:

Differences in the Association Between Obesity and Obstructive Sleep Apnea
Among Children and Adolescents

Ne trovate anche un riassunto commentato su Medscape: Overweight, Obesity in Teens Linked to Increased Risk for OSAS.

Smettere di russare per vivere meglio: lo slogan si può applicare anche al golf!

Il titolo dell’articolo, pubblicato un anno fa su Chest e di recente commentato su MedNews,  è “leggero”, ma la sostanza è di notevole rilevanza: la qualità delle performances psico-fisiche migliora in modo netto curando l’apnea del sonno. Naturalmente non solo per i giocatori di golf.

Golf alle Hawaii – Cliccare per ingrandire

Per leggere l’articolo cliccate sul link qui sotto:

Medical News: CHEST: Treating Sleep Apnea May Improve Golf Scores – in Meeting Coverage, CHEST from MedPage Today.

Se desiderate, l’abstract della comunicazione al congresso è disponibile su Chest   OBSTRUCTIVE SLEEP APNEA AND GOLF: MEASUREMENTS OF PERFORMANCE AND ADHERENCE

Insonnia: non dormiamoci sopra

28 novembre 2010 @ 08:00

In questo articolo, apparso il 24.10 sul Corriere Salute, si fornisce una visione generale sull’insonnia. Il problema interessa una parte importante della popolazione italana (attorno al 30%).

Ce ne parlano Lino Nobili, responsabile del Centro del Sonno dell’ospedale di Niguarda, e Liborio Parrino, del Centro di Medicina del Sonno di Parma.

Per leggere l’articolo cliccate sul link qui sotto:

Insonnia: non dormiamoci sopra – Corriere della Sera.

Come noto, l’obesità è la prima causa di apnea del sonno. Questo studio australiano descritto nel Corriere della Sera,  su una delle possibili cause della obesità in età adulta, è molto interessante.

Cliccare per ingrandire

Per leggere l’articolo cliccate sul link qui sotto:

Obesità, il momento chiave è subito dopo l’adolescenza – Corriere della Sera.

Da poco pubblicato sulla rivista specialistica “Il governo clinico in pneumologia“, questo articolo esamina in dettaglio i costi sociali della OSAS (incidenti stradali e sul lavoro dovuti alla sonnolenza diurna, malattie cardiache e vascolari…), e il risparmio che si potrebbe realizzare se si diffondesse di più il trattamento.

Si tratta di un argomento fondamentale per convincere i “terzi paganti” (servizio sanitario nazionale, assicurazioni private) che spendere soldi per curare le apnee del sonno è un risparmio e non uno spreco.

Per leggere l’articolo cliccare sul link qui sotto:

IL COSTO DELLE MALATTIE: VALUTAZIONE DELL’IMPATTO DELLA SINDROME DA APNEA OSTRUTTIVA NEL SONNO SULL’ECONOMIA ITALIANA.

Mandare SMS a letto fa male al sonno

22 novembre 2010 @ 00:30

Questo articolo è apparso in novembre su Chest, la rivista dell’American College of Chest Physicians (ACCP).

Descrive un’indagine pilota su 40 studenti fra 8 e 22 anni che hanno l’abitudine di utilizzare il telefono portatile o altri strumenti elettronici stando a letto. A quanto pare i ragazzi, tutti pazienti dello stesso centro medico, usavano gli aggeggi elettronici per un tempo variabile da 10 minuti a 4 ore dopo essersi coricati. In media ogni ragazzo inviava o riceveva 33 messaggi a 3-4 persone diverse, con una media di 3404 messaggi al mese in totale.

Il 77% dei ragazzi avevano problemi persistenti. Vengono citati:

  • Durante il sonno: insonnia, eccesso di movimenti notturni, dolore agli arti inferiori.
  • Di  giorno: problemi cognitivi e di umore (ADHD, ansia, depressione, difficoltà di apprendimento)

Conclusioni:

  • Dal punto di vista scientifico, sono necessarie indagini più vaste per stabilire le correlazioni esatte. Intanto, l’uso notturno di strumenti elettronici va considerato nell’anamnesi di tutti i pazienti con problemi del sonno.
  • Dal punto di vista pratico, sembra che i dati siano sufficienti per preoccuparsi, e intervenire in modo attivo (ad esempio eliminando computer e simili dalla camera da letto dei ragazzi, o stabilendo orari consentiti e non per l’uso del telefono), per evitare danni maggiori.

Medical News: CHEST: Bedtime Texting Bad for Sleep – in Meeting Coverage, CHEST from MedPage Today.

Vi segnaliamo la pubblicazione nel sito “Slideshare” di una nuova presentazione sulla terapia con apparecchi dentali di russamento e apnea del sonno.

La presentazione è destinata soprattutto ai medici ed agli odontoiatri che desiderano acquisire nuove conoscenze su questo argomento: è centrata soprattutto sulla descrizione della sindrome delle apnee del sonno e sulle diverse conseguenze che può provocare sulla salute: sonnolenza diurna, ipertensione arteriosa, maggiore rischio di eventi cardiaci e cerebrali…

Una parte più breve è dedicata agli apparecchi dentali ed alle indicazioni per usarli, con alcuni accenni ai risultati ottenuti.

Vi sono anche due pagine che illustrano un esempio di monitoraggio del sonno con l’utilizzo di uno strumento domiciliare (Apnealink), che è di uso estremamente semplice e si sta rivelando affidabile per lo screening dell’apnea del sonno. Per chi fosse interessato a conoscere le caratteristiche dell’apparecchio segnaliamo alcuni articoli scientifici usciti in proposito negli ultimi anni (1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8)

La bibliografia relativa alla presentazione è pubblicata nel sito.

Se desiderate vedere le immagini della presentazione a schermo intero cliccate su menu – view full screen (in basso a sinistra nel riquadro).

Articolo estremamente semplice ma interessante per la fonte da cui proviene: l’associazione degli pneumologi americani ACCP raccomanda l’uso degli apparecchi dentali come valida alternativa alla CPAP, e produce anche una brochure di educazione per i pazienti in cui si formiscono strumenti per attuare questa raccomandazione.

Per leggere l’articolo cliccate sul link qui sotto:

Oral Appliance Therapy for Obstructive Sleep Apnea | The American College of Chest Physicians.