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Articoli per la parola chiave ‘obesità’

L’indice di massa corporea (BMI)

25 settembre 2010 @ 17:16

Il BMI è il test più semplice che vi proponiamo nel nostro sito.  Per ottenere il risultato è sufficiente inserire nelle caselle previste il proprio peso e l’altezza. La formula che determina il BMI è: (peso/altezza al quadrato), e viene calcolata automaticamente nel sito. Questo test vi permette di stabilire a quale categoria di peso appartenete: sottopeso (BMI minore di 18,5), normopeso (BMI fra 18,5 e 25), sovrappeso (BMI fra 25 e 30), e obesità (BMI maggiore di 30).

Cliccare per ingrandire

Il personaggio che vedete disegnato qui sopra è “Fat Joe”, il vetturino obeso, grande russatore e sempre sonnolento creato da Dickens nel “Circolo Pickwick”, e che è diventato il simbolo della Sindrome delle apnee del sonno.

Naturalmente un indice così semplice ha molti limiti: ad esempio non considera il sesso del soggetto, la sua struttura ossea, non distingue fra massa grassa e magra… Tuttavia consente una prima definizione del peso che è molto utile sia per valutare il rischio di sindrome metabolica sia per l’aspetto che ci interessa più da vicino, e cioè il rischio di avere apnea del sonno.

La sindrome delle apnee del sonno (OSAS) non è una malattia esclusiva di chi è sovrappeso od obeso: il 30% dei pazienti con OSAS sono magri, e fra di loro la causa è naturalmente di tipo diverso. Comunque il 70% degli apnoici sono obesi o sovrappeso, e quindi l’obesità è il maggior fattore di rischio per l’apnea del sonno.

Pubblicheremo nel sito articoli specifici sulla relazione fra obesità e apnea del sonno.

Se vuoi eseguire il test clicca qui:   BMI

verrai trasferito direttamente alla pagina dove potrai inserire i due dati richiesti e ottenere il tuo indice di massa corporea.

Altri articoli

25 giugno 2010 @ 23:25

Gli articoli che seguono riguardano la riduzione delle ore di sonno, tipica della nostra epoca, come causa di obesità. Sono fuori tema rispetto a OSAS e apparecchi dentali, ma ci sono sembrati molto interessanti, soprattutto la parte pediatrica.



Il BMI (Body Mass Index, indice di massa corporea) è un indice estremamente semplice che permette una valutazione di base del nostro peso corporeo in rapporto all’altezza. La formula è BMI = peso/altezza al quadrato. Non tiene conto di molti fattori complessi (struttura ossea e muscolare, massa grassa – massa magra etc), ma consente una collocazione approssimativa in una categoria di rischio.

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Interpretazione del risultato

Facciamo riferimento al criterio suggerito dalla Organizzazione mondiale della Sanità nel 2008 (WHO 2008).

Sulla base del valore di BMI possiamo considerarci:

  • Sottopeso, se il BMI è inferiore a 18,5
  • Normopeso (BMI fra 18,5 e 25)
  • Sovrappeso (BMI fra 25 e 30)
  • Obesità lieve ( BMI 30-35)
  • Obesità moderata (BMI 35-40)
  • Obesità grave (BMI sopra i 40)

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Limiti della terapia

17 maggio 2010 @ 22:09

Come tutte le cure, anche l’uso degli apparecchi dentali non è adatto ad ogni situazione. Cerchiamo qui di sintetizzare i limiti della applicazione di questa tecnica:

  • In generale, e soprattutto per le forme gravi di apnea del sonno, la terapia ventilatoria con la CPAP è più efficace nel ridurre gli indici di apnea (AHI e altri). Questo rimane vero anche se
  • L’altra terapia che risulta di solito più efficace di quella con apparecchi dentali è la chirurgia maxillo-facciale: l’intervento di avanzamento maxillo-mandibolare risulta efficace nel 95% dei casi. Si tratta di un intervento molto impegnativo, di solito riservato a casi particolarmente gravi, in alternativa alla CPAP se questa non viene tollerata. Il principale vantaggio di questo intervento è che si tratta di una soluzione definitiva al problema delle apnee del sonno, che non lega il paziente all’uso a tempo indeterminato di apparecchi dentali o della CPAP.
  • Nei soggetti obesi (BMI >30-35) i risultati della terapia con apparecchi dentali sono meno brillanti: di solito l’efficacia tende a diminuire quanto più l’obesità è grave. La terapia con apparecchi dentali può richiedere un avanzamento maggiore della mandibola per funzionare in questi casi, e questo secondo alcuni autori potrebbe accentuare gli effetti collaterali. Secondo altri lavori, invece, non c’è relazione fra entità dell’avanzamento ed effetti indesiderati.
  • Se è presente una ostruzione meccanica importante delle vie aeree è di solito opportuno rimuoverla con interventi di chirurgia otorino-laringoiatrica prima  della applicazione degli apparecchi dentali (o subito dopo): è spesso il caso di ostruzioni significative del naso (deviazione del setto, ipertrofia dei turbinati), della ipertrofia estrema delle tonsille e qualche volta anche della lingua. Alcune cause particolari di ostruzione vanno curate esclusivamente con la chirurgia, che può essere risolutiva (ad esempio alcuni problemi dell’epiglottide). Ricordiamo che nei bambini l’intervento di asportazione di tonsille e adenoidi è la terapia più importante per la OSAS.
  • Perchè gli apparecchi funzionino è necessario che la mandibola possa essere portata avanti di alcuni mm (almeno 5-6mm) senza che questo provochi disturbi muscolari o articolari. Le patologie gravi delle articolazioni temporo-mandibolari sono una controindicazione. Non lo sono le patologie articolari lievi, che al contrario possono migliorare con l’avanzamento della mandibola. E’ quindi necessaria una valutazione attenta delle condizioni articolari e muscolari.
  • Gli apparecchi dentali richiedono appunto un ancoraggio ai denti, i quali devono essere in grado di sopportare le forze esercitate dai muscoli masticatori, che tendono a riportare la mandibola nella sua posizione abituale:
    • In generale sono necessari almeno 8 denti sani per ogni arcata (ma esiste un tipo particolare di apparecchio, il Somnodent, che può essere applicato anche a soggetti privi di denti nella arcata superiore e con pochi denti nella arcata inferiore)
    • Non deve esserci parodontite attiva e i denti non devono essere mobili: queste condizioni possono essere aggravate dall’uso di apparecchi dentali, che quindi può essere controindicato.
    • Gli impianti endoossei invece vanno benissimo come ancoraggio

Diagnosi

7 maggio 2010 @ 23:21

La prima cosa da dire su questo argomento è che la presenza di apnee del sonno va sempre valutata in presenza di russamento o di altri sintomi sospetti, e  soprattutto che nessuno deve essere sottoposto a terapie di qualsiasi tipo contro il russamento  senza che sia  stata ricercata la presenza di apnea del sonno. Se si omette questa precauzione si corre il rischio di “silenziare ” il paziente senza risolvere il problema dell’apnea: così avremo soppresso il principale segnale di allarme, e il nostro paziente potrà continuare a soffocare senza più dar fastidio a nessuno!

A questo proposito va notato che spesso un forte russatore può essere giudicato “migliorato” dal partner proprio perchè ha iniziato a soffrire di apnee del sonno: quanto più è grave la forma di apnea tanto meno il soggetto respira, e quindi il russamento diventa sempre più intermittente (limitato alle fasi di iperventilazione); perciò risulta essere meno fastidioso per il partner.

La diagnosi di sindrome delle apnee del sonno è basata:

1) Sulla raccolta di informazioni in possesso del paziente e del suo partner, che permettono di sospettare la malattia

2) Sulla visita medica, orientata alla valutazione della situazione generale e locale del paziente (esame della bocca, del naso e della faringe). Questa visita può essere integrata, quando necessario, da ulteriori esami specialistici che permettono di valutare meglio bocca naso e faringe.

3) Sui dati strumentali, ricavati dalla polisonnografia o dal monitoraggio del sonno, che permettono di confermare o escludere il sospetto diagnostico.

In questa pagina approfondiamo invece quali sono le domande da fare per sospettare l’apnea. in generale i sintomi maggiori della sindrome delle apnee del sonno sono:

  • Russamento abituale
  • Sonnolenza diurna
  • Apnee (testimoniate dal partner)
  • Risvegli notturni con senso di soffocamento

I segni obiettivi più importanti  sono invece

  • Obesità, o comunque aumento di peso significativo in tempi recenti
  • Circonferenza del collo maggiore di 43 cm per gli uomini e di 41 cm per le donne
  • Mandibola piccola o posizionata indietro rispetto al mascellare superiore (“mento sfuggente”)

Per indagare questi sintomi, e altri  sintomi definiti “minori”, che comunque sono utili per valutare la malattia, sono stati creati numerosi test e questionari. Si veda la pagina “I nostri test” quelle correlate (una per ogni test), e le pagine “domande e risposte“, “questionario” e “consultazione gratuita“.