Archivi

Archivi di dicembre, 2010

UN NUOVO TEST DI AUTODIAGNOSI

Da oggi inseriamo nel sito, insieme agli altri test per consentirvi di valutare se siete a rischio di avere una sindrome delle apnee del sonno, anche  il QUESTIONARIO STOP-BANG.

Il nome un po’ buffo, da film poliziesco, deriva dalle iniziali inglesi delle 8 parole chiave del questionario (si veda la pagina del sito per le domande complete):

S (snore = russi) : Russi forte?

T (tired = stanco) : Ti senti spesso stanco?

O (Observed = osservato) : Qualcuno ha notato arresti del tuo respiro di notte?

P (Pressure = pressione arteriosa) la quarta: Hai la pressione alta?

B (BMI, Body Mass index = Indice di massa corporea): Il tuo BMI è superiore a 35?

A (AGE =età): La tua età è superiore a 50 anni?

N (Neck = collo): La tua circonferenza del collo è superiore a 40 cm?

G (Gender = genere, sesso): Sei maschio?

Come si vede si tratta di domande semplici a risposte nette (si/no). Vediamo  di seguito le caratteristiche tecniche che portano a ben considerare questo strumento diagnostico………………

Questo articolo, pubblicato su La Stampa in settembre,affronta il problema della frammentazione del sonno da un punto di vista diverso da quello consueto: quello ostetrico. Non c’è solo la sindrome delle apnee del sonno a causare un sonno frammentato e quindi non riposante, ma anche i continui risvegli delle neo-mamme causati dal bambino che piange.

A dire il vero chi scrive ha esperienza di come questo problema viene risolto dalle mamme africane: il bambino nei primi mesi di vita dorme sempre accanto alla mamma, che lo allatta tranquillamente nel sonno. Dopo qualche settimana dalla nascita, il lattante impara a “servirsi da solo” sia di giorno che di notte, senza affatto disturbare la mamma, che non si accorge nemmeno di allattarlo…

Sembra che noi popoli “sviluppati” amiamo complicare le cose semplici;   diamo quindi il benvenuto a questo studio dei colleghi americani.

Per leggere l’articolo cliccate sul link qui sotto:

Benessere – LASTAMPA.it.
Vi segnaliamo anche un altro articolo comparso su un sito USA sull’ argomento: le mamme che allattano al seno non dormono di meno.

Continua la pubblicazione di articoli sull’obesità infantile, dopo quello divulgativo, pubblicato sul Corriere della Sera il 12.10. L’articolo che vi segnaliamo oggi è apparso sul Journal of Clinical Sleep Medicine nel 2009.

Siamo abituati a considerare la sindrome delle apnee del sonno (OSAS) del bambino come una malattia del tutto diversa da quella dell’adulto, e correlarla con la ostruzione delle prime vie respiratorie dovuta soprattutto alle dimensioni eccessive di tonsille e adenoidi. Così era fino a pochi anni fa. Ora l’epidemia di obesità che dilaga nel mondo, e soprattutto (per ora) negli USA, sta cambiando anche questo paradigma: anche nei bambini l’obesità diventa una causa importante di apnee del sonno.

Lo studio esamina 234 bambini e adolescenti di età compresa fra 2 e 18 anni. Tutti i soggetti erano russatori. I ragazzi sono stati divisi in 6 gruppi di età. Il grado di obesità tende ad aumentare man mano che i soggetti crescono. Ma soprattutto l’obesità diventa sempre più importante come fattore causale delle apnee del sonno: mentre nei gruppi di età minore la maggioranza dei pazienti in cui è stata riscontrata la OSAS aveva peso nella norma, nel gruppo fra 10 e 11 anni la maggior parte dei soggetti con OSAS erano obesi; questa maggioranza diventa schiacciante nel gruppo di adolescenti fra 12 e 18 anni. La figura qui sotto, tratta e modificata dall’articolo in oggetto, descrive in modo chiaro questa tendenza.

Da Kohler et al. 2009, modificata. Cliccare sull’immagine per ingrandirla

Per leggere l’articolo (testo completo) cliccate sul link qui sotto:

Differences in the Association Between Obesity and Obstructive Sleep Apnea
Among Children and Adolescents

Ne trovate anche un riassunto commentato su Medscape: Overweight, Obesity in Teens Linked to Increased Risk for OSAS.