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Articoli per la parola chiave ‘deprivazione di sonno notturno’

Eccessiva sonnolenza diurna

3 maggio 2012 @ 23:48

D: Salve, io sono un ragazzo di 20 anni e nelle ultime settimane sto avvertendo quasi tutti i giorni, anche quando dormo a sufficienza, una strana sensazione di sonnolenza diurna che mi debilita parecchio,  anche perchè non mi permette di concentrarmi a dovere nello studio. Nei primi giorni era molto piu accentuata e il mio medico mi ha consigliato un integratore a base di creatina che probabilmente ha ridotto i casi limite, ma non ha annullato del tutto il problema; (da qualche giorno sto incontrando anche uno psicologo per alcuni problemi legati a delle specie di attacchi d’ansia, tremori, insufficienze respiratorie, tachicardie riscontrate negli ultimi 3 mesi). Cos’altro mi consigliate di fare, ne parlo con lo psicologo? Potrebbe essere legato a questi problemi che ho citato o è completamente slegato. Grazie mille.    Francesco

R: Gentile Francesco, la eccessiva sonnolenza diurna è un problema frequente, che può avere cause molto diverse fra loro.

In età giovanile, come la sua, la causa più probabile è la deprivazione di sonno notturno. Tenga presente che la deprivazione può anche essere cronica: in pratica se una persona accumula nel tempo un “debito di sonno”, questo può causare sonnolenza anche dopo una notte in cui si è dormito abbastanza. In questo caso la soluzione è ovviamente… dormire di più la notte, e naturalmente rispettare i principi base di igiene del sonno.

In modo analogo a quanto detto sopra, la sonnolenza può essere la conseguenza diurna dell’insonnia.

Ulteriore causa frequente di sonnolenza sono le apnee del sonno, di cui questo sito tratta in modo specifico. In realtà le apnee ostruttive non sono frequenti alla sua età, anche se possono verificarsi. Può farsi un’idea della gravità della sua sonnolenza, e del rischio di avere apnee nel sonno,  utilizzando i test presentati in questo sito.

Poi ci sono diverse altre patologie, meno frequenti, che possono causare sonnolenza diurna, e che richiedono una valutazione specialistica: in ogni caso credo che la cosa più opportuna sia farsi seguire da un medico esperto in medicina del sonno, che potrà determinare la causa del suo problema e consigliarle la migliore soluzione.

Può trovarlo ad esempio in un centro AIMS vicino alla sua città.

Saluti

Franco Sacchi


Sonnolenza e presidenza

31 dicembre 2010 @ 08:00

Caro lettore,

sulle capacità decisionali del nostro Presidente del Consiglio ognuno, ovviamente, la pensa come vuole. Comunque questo articolo, appena pubblicato su L’Espresso, sembra piuttosto interessante sia dal punto di vista scientifico (per la totale affidabilità dell’intervistato, il prof. Luigi De Gennaro), sia perchè stasera è capodanno, e un po’ di allegria non guasta.

AUGURI A TUTTI DI BUON 2011

Come sempre cliccate sul link qui sotto per leggere l’articolo e, se volete, per farvi quattro risate:

Ma perché B. si addormenta? – L’espresso.

La sindrome delle apnee del sonno (OSAS) è la seconda causa in ordine di importanza della eccessiva sonnolenza diurna (la prima causa è la deprivazione di sonno notturno).

La sonnolenza è una causa molto importante di una serie di grossi guai: gli incidenti stradali sono uno dei più comuni, gli incidenti sul lavoro possono avere conseguenze ancora più catastrofiche. Un esempio famoso è il disastro della centrale nucleare di Chernobyl del 1986. Un altro il naufragio della superpetroliera Exxon Valdez nel 1989, che causò una macchia di petrolio di conseguenze tali che i danni sono ancora presenti oggi.

Il cosiddetto “colpo di sonno” è la causa, spesso non accertata, di errori umani altrimenti difficili da spiegare. Intere categorie sono ad altissimo rischio: guidatori professionisti di autobus e autotreni (spesso a rischio per molte cause, dall’obesità alla deprivazione di sonno) , piloti di aerei o, peggio ancora, controllori di volo…

La misura obiettiva della sonnolenza è difficile. Si fa con test come il MSLT, ideato da Bill Dement, che è forse l’uomo al mondo che ha dedicato più energie e inventiva allo studio della sonnolenza e ai modi di prevenirla.

Circa 20 anni fa il dottor Johns, che lavorava allora all’ospedale di Epworth, cittadina australiana che ha poi dato il nome alla scala, inventò un sistema per valutare la gravità della sonnolenza basato su otto semplici domande. Il piccolo questionario è stato via via applicato in tutto il mondo con un successo crescente, ed è attualmente considerato una misura molto attendibile della sonnolenza: gli studi eseguiti hanno sempre trovato una buona correlazione fra la sonnolenza misurata con questo semplice test e quella valutata da esami più complessi come il citato MSLT, il test MWT o il test OSLER.

Vi proponiamo la scala di Epworth in una delle pagine del sito dedicate ai test che potete fare online. Compilatela e avrete una risposta automatica sul vostro problema di sonnolenza.

Vi ricordiamo anche che un’altra pagina è dedicata agli effetti degli apparecchi dentali sulla sonnolenza causata dalla apnea del sonno.

La causa più frequente di sonnolenza diurna è la deprivazione di sonno notturno.

La seconda causa sono le apnee del sonno.

La sonnolenza è semplicemente il meccanismo che ci porta dalla veglia al sonno: si tratta quindi di uno stato indispensabile nella nostra vita. I problemi si creano quando la sonnolenza compare nei momenti meno opportuni, tipicamente mentre si svolgono mansioni noiose e ripetitive ma anche pericolose.

La guida dell’auto è una di queste, e la sonnolenza è una delle cause più diffuse di incidenti stradali (“colpo di sonno”), probabilmente più importante dell’alcool e della velocità,  che sono più note e pubblicizzate.

Diversi studi hanno dimostrato la correlazione stretta fra apnee del sonno e incidenti stradali. La figura che segue sintetizza i risultati di uno di questi, eseguito a partire da una popolazione sana controllata per molto tempo (Wisconsin Sleep Cohort Study, Young et al 1997).

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Sull’asse orizzontale del grafico sono rappresentati tre livelli di ostruzione respiratoria, descritti in base allo AHI. Il primo livello (AHI 0-5) rappresenta i soggetti senza un numero significativo di apnee del sonno, ed  è considerato il livello di riferimento (rischio = 1). Il secondo (AHI fra 5 e 15) rappresenta i casi di apnea ostruttiva lieve. Il terzo i casi di apnea da moderata a grave (AHI maggiore di 15).

Come si vede nel grafico i soggetti con apnea lieve hanno un rischio 3,4 volte superiore di avere incidenti stradali rispetto ai soggetti  del gruppo 1 (“sani”), mentre i soggetti con apnea moderata-grave  hanno 7,3 volte più probabilità di avere incidenti stradali.

Altri studi hanno dimostrato la stessa correlazione partendo da punti di vista diversi: per esempio il gruppo spagnolo di Teràn-Santos ha esaminato 102 persone che avevano subito una terapia d’urgenza per incidenti stradali nell’ospedale di Burgos, e li ha messi a confronto con 152 soggetti di analoghe caratteristiche (età , sesso etc) scelti a caso negli ospedali cittadini. I soggetti con AHI superiore a 10 avevano avuto un numero di incidenti stradali (abbastanza gravi da richiedere cure urgenti)  6,3 volte più alto di chi aveva AHI minore di 10. Si tratta di una correlazione ancora maggiore (lo AHI scelto è più basso), e questo si può spiegare considerando che il campione del Wisconsin era costituito da una popolazione lavorativa sana, mentre quello di Burgos da pazienti ricorverati per incidenti stradali. Un altro dato interessante di questo studio è il fatto che il consumo di alcool, anche in piccole dosi, nel giorno dell’incidente amplifica ancora di più gli effetti delle apnee del sonno, portando il rischio a 11,3 volte. Questo significa, in parole povere, che anche un bicchiere di vino può avere conseguenze drammatiche per una persona affetta da OSAS.