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Articoli per la parola chiave ‘Chest’

La terapia con la CPAP (Continuous Positive Airway Pressure) è stata proposta da Colin Sullivan e dal suo gruppo nel 1981, si è diffusa lentamente all’inizio e poi è diventata in una decina d’anni  il punto di riferimento (“gold standard”) per la terapia della sindrome delle apnee ostruttive del sonno (OSAS).

Si tratta di un sistema concettualmente molto semplice  e geniale: dato che la malattia è causata dal collabimento delle pareti della faringe, la macchina le tiene aperte aumentando la pressione dell’aria respirata; in pratica la faringe viene gonfiata come si fa con un palloncino.

Da quando questa terapia si è diffusa i dati sulla efficacia si sono accumulati (fino alle recenti scoperte sulla reversibilità delle lesioni cerebrali). L’unico aspetto negativo molto noto è che si tratta di una terapia impegnativa e spesso difficile da seguire per tutta la vita. Il paziente  deve essere estremamente motivato, e in pratica questo è possibile solo nelle forme severe della malattia, e anche in queste non sempre si riesce ad ottenere una buona aderenza alla terapia.

Nel numero di ottobre 2010 di Chest, la rivista dello American College of Chest Physicians, è stato pubblicato un articolo del gruppo di Alan Lowe sulle alterazioni della morfologia della faccia provocate dalle maschere facciali della CPAP. Si tratta di un aspetto finora poco o nulla considerato di questa terapia………

Mandare SMS a letto fa male al sonno

22 novembre 2010 @ 00:30

Questo articolo è apparso in novembre su Chest, la rivista dell’American College of Chest Physicians (ACCP).

Descrive un’indagine pilota su 40 studenti fra 8 e 22 anni che hanno l’abitudine di utilizzare il telefono portatile o altri strumenti elettronici stando a letto. A quanto pare i ragazzi, tutti pazienti dello stesso centro medico, usavano gli aggeggi elettronici per un tempo variabile da 10 minuti a 4 ore dopo essersi coricati. In media ogni ragazzo inviava o riceveva 33 messaggi a 3-4 persone diverse, con una media di 3404 messaggi al mese in totale.

Il 77% dei ragazzi avevano problemi persistenti. Vengono citati:

  • Durante il sonno: insonnia, eccesso di movimenti notturni, dolore agli arti inferiori.
  • Di  giorno: problemi cognitivi e di umore (ADHD, ansia, depressione, difficoltà di apprendimento)

Conclusioni:

  • Dal punto di vista scientifico, sono necessarie indagini più vaste per stabilire le correlazioni esatte. Intanto, l’uso notturno di strumenti elettronici va considerato nell’anamnesi di tutti i pazienti con problemi del sonno.
  • Dal punto di vista pratico, sembra che i dati siano sufficienti per preoccuparsi, e intervenire in modo attivo (ad esempio eliminando computer e simili dalla camera da letto dei ragazzi, o stabilendo orari consentiti e non per l’uso del telefono), per evitare danni maggiori.

Medical News: CHEST: Bedtime Texting Bad for Sleep – in Meeting Coverage, CHEST from MedPage Today.