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Perchè questo sito?

Perché un sito dedicato alla terapia con apparecchi dentali?

Perché è una terapia efficace per il russamento e le apnee del sonno. Sicuramente fra le più efficaci, fra quelle oggi disponibili, in termini di rapporto costo/beneficio. Soprattutto se consideriamo non solo il costo economico (che pure è modesto) ma soprattutto il costo biologico (effetti collaterali poco significativi) e quello psicologico (accettazione della terapia):

Sonnolenza e presidenza

31 dicembre 2010 @ 08:00

Caro lettore,

sulle capacità decisionali del nostro Presidente del Consiglio ognuno, ovviamente, la pensa come vuole. Comunque questo articolo, appena pubblicato su L’Espresso, sembra piuttosto interessante sia dal punto di vista scientifico (per la totale affidabilità dell’intervistato, il prof. Luigi De Gennaro), sia perchè stasera è capodanno, e un po’ di allegria non guasta.

AUGURI A TUTTI DI BUON 2011

Come sempre cliccate sul link qui sotto per leggere l’articolo e, se volete, per farvi quattro risate:

Ma perché B. si addormenta? – L’espresso.

La terapia con la CPAP (Continuous Positive Airway Pressure) è stata proposta da Colin Sullivan e dal suo gruppo nel 1981, si è diffusa lentamente all’inizio e poi è diventata in una decina d’anni  il punto di riferimento (“gold standard”) per la terapia della sindrome delle apnee ostruttive del sonno (OSAS).

Si tratta di un sistema concettualmente molto semplice  e geniale: dato che la malattia è causata dal collabimento delle pareti della faringe, la macchina le tiene aperte aumentando la pressione dell’aria respirata; in pratica la faringe viene gonfiata come si fa con un palloncino.

Da quando questa terapia si è diffusa i dati sulla efficacia si sono accumulati (fino alle recenti scoperte sulla reversibilità delle lesioni cerebrali). L’unico aspetto negativo molto noto è che si tratta di una terapia impegnativa e spesso difficile da seguire per tutta la vita. Il paziente  deve essere estremamente motivato, e in pratica questo è possibile solo nelle forme severe della malattia, e anche in queste non sempre si riesce ad ottenere una buona aderenza alla terapia.

Nel numero di ottobre 2010 di Chest, la rivista dello American College of Chest Physicians, è stato pubblicato un articolo del gruppo di Alan Lowe sulle alterazioni della morfologia della faccia provocate dalle maschere facciali della CPAP. Si tratta di un aspetto finora poco o nulla considerato di questa terapia………

Russare ha due tipi di implicazioni:

  • Quelle per la salute di chi russa. Per questo aspetto vi rimandiamo alle pagine di questo sito (russamento, russamento “semplice”) e ad alcuni articoli che abbiamo pubblicato (Sullivan, Russare causa l’aumento del peso corporeo)
  • Quelle per chi dorme con il russatore. Da questo punto di vista, le valutazioni sono soprattutto di due tipi: il giudizio del partner (meglio definito dal test VSS) e il modo in cui il russatore vive il suo disturbo.


La SCALA DI THORNTON DEL RUSSAMENTO (TSS, Thornton Snoring Scale) affronta soprattutto questo secondo aspetto, del quale dà una misura quantitativa.

Le 5 domande della scala sono tutte centrate sul punto di vista del russatore nelle sue relazioni con le altre persone. Il giudizio che ne risulta definisce appunto questo punto di vista, ed è interessante sia nella valutazione iniziale (prima della cura),  sia nella valutazione dei risultati del trattamento.

Naturalmente i risultati spesso coincidono con quelli del VSS (giudizio del partner), ma a volte sono molto diversi…

Vi proponiamo la scala di Thornton del russamento nelle pagine del sito dedicate ai test che potete fare online. Compilatela e avrete una risposta automatica su come vivete il fatto di russare.

Questo articolo, pubblicato in settembre 2010 sul Journal of Clinical Rheumatology, descrive uno studio anamnestico effettuato su 423 pazienti consecutivi della clinica reumatologica di un ospedale universitario canadese.

A tutti questi pazienti è stato chiesto di rispondere ad una serie di questionari specifici per diversi disturbi del sonno: OSAS (questionario di Berlino), sonnolenza diurna (ESS), qualità del sonno (PSQI),  Sindrome delle gambe senza riposo (criteri diagnostici). Inoltre è stato somministrato il questionario CES-D per la valutazione della depressione.

I risultati delineano una prevalenza di sintomi dei  disturbi del sonno notevolmente più elevata che nella popolazione generale:

  • 25,7% dei soggetti presentava eccessiva sonnolenza diurna (ESS maggiore di 10)
  • 67,3% segnalava una qualità scadente del sonno (PSQI maggiore di 5)
  • 35,2% aveva un alto rischio di apnea del sonno (punteggio elevato al questionario di Berlino)
  • 24% dei partecipanti presentava i sintomi della Sindrome delle gambe senza riposo (RLS)

I pazienti con punteggi elevati alla scala di Epworth e al PSQI presentavano punteggi significativamente peggiori nella valutazione di dolore, stanchezza,  depressione, stress e nella situazione generale: in sostanza la malattia reumatica risultava peggiore nei pazienti con sonno più disturbato.

Le conclusioni degli autori sono che nei pazienti reumatici appare probabile una elevata prevalenza di disturbi del sonno misconosciuti: ipersonnolenza, scarsa qualità del sonno e probabilmente disturbi respiratori del sonno.   Il suggerimento è di includere una valutazione del sonno nell’inquadramento standard delle malattie reumatiche. Questa valutazione dovrebbe comprendere la ESS e i criteri per la RLS.

Potete leggere l’abstract dell’articolo cliccando sul link qui sotto:

Hypersomnolence and sleep disorders in a rheumatic disease patient population

Un ampio commento all’articolo è stato pubblicato sul Corriere della Sera:

Check up del sonno per i reumatici – Corriere della Sera.

Questo studio, appena pubblicato sul Journal of the American Medical Association, ha coinvolto quasi 9000 ragazzi, che avevano da 12 a 21 anni nel 1996; all’inizio dello studio sono stati misurati peso e altezza di tutti i soggetti.

I valori sono stati di nuovo misurati nel 2001-2002 e poi nel 2007-2009. L’obesità è stata definita per i giovani sotto i 20 anni come peso uguale o superiore al 95° percentile; per gli adulti come BMI superiore a 30. Obesità grave è stato considerato per i ragazzi un peso sopra al 120° percentile; per gli adulti un BMI superiore a 40.

Il risultato più significativo è che i ragazzi che sono obesi fra 12 e 21 anni hanno una probabilità molto elevata di avere una obesità grave da adulti: il 37% per i maschi, il 51,3% per le femmine. Il coefficiente di rischio rispetto ai non obesi è di 16 volte.

Ricordiamo che l’obesità grave è talmente correlata ad altre patologie metaboliche e cardiovascolari da essere considerata essa stessa una malattia (“morbid obesity”).

Potete leggere un commento/riassunto  su Medical News:

Medical News: Obesity in Youth Predicts More Severe Adult Weight Problems – in Primary Care, Obesity from MedPage Today.

Oppure l’abstract dell’articolo direttamente sul numero appena uscito del  JAMA:

http://jama.ama-assn.org/content/304/18/2042.short

Su iniziativa del locale Automobile Club,  si è svolto il 3 dicembre a Crotone un convegno su incidenti stradali e sonnolenza. Fra gli intervenuti S. Garbarino, neurologo AIMS e responsabile del Centro di neurologia e psicologia medica del Servizio sanitario della Polizia di Stato.

Sono stati sottolineati i rischi dovuti alla guida notturna (stragi del sabato sera), i rischi dovuti alla OSAS (che presenta fra i camionisti una frequenza più elevata che nel resto della popolazione), e la particolare incidentalità della strada statale 106, proprio nella zona di Crotone.

Potete leggere il resoconto dei principali interventi al convegno  cliccando nel link qui sotto:

Il Crotonese.

Il titolo rappresenta una estrema sintesi dell’articolo, appena pubblicato su “Sleep”, che riferisce i risultati di una ricerca effettuata alla Università di Pittsburgh, diretta a stabilire se esista una associazione fra i disturbi del sonno e lo sviluppo della sindrome metabolica.

La sindrome metabolica è probabilmente la principale patologia emergente nella nostra epoca. Costituisce il principale fattore di rischio per le patologie cardiovascolari (arteriosclerosi, infarto, ictus cerebrale)  che sono attualmente la prima causa di morte. Il suo aspetto più evidente è l’obesità addominale, accompagnata da una serie di indicatori, che a loro volta sono fattori di rischio cardiovascolare.

Dato che la sindrome è, come dicevamo, un problema del nostro tempo, le definizioni esatte proposte sono state diverse negli ultimi anni. Riportiamo qui di seguito quella proposta dalla IDF (International Diabetes Federation) nel 2005, e riassunta in una presentazione italiana del 2009:

  • Presenza di Obesità addominale (circonferenza vita maggiore di 94 cm per gli uomini e 80 cm per le donne), più almeno due dei seguenti fattori:
    • Pressione arteriosa maggiore di 135/85
    • Glicemia a digiuno maggiore di 100 mg/dl
    • Trigliceridi nel sangue più di 150 mg/dl
    • Colesterolo HDL (“colesterolo buono”) minore di 40 mg/dl (uomini) o di 50 mg/dl (donne)

Vediamo qui di seguito in che modo lo studio di Pittsburgh è arrivato a stabilire la correlazione fra russamento e sindome metabolica: …………….

Questo articolo, pubblicato un anno fa sulla rivista della prestigiosa Mayo Clinic di Rochester (MN, USA)  riassume l’esperienza della clinica nell’uso della UPPP (Uvulo-palato-faringoplastica, il più classico e conosciuto fra gli interventi otorino-laringoiatrici per il russamento e le apnee del sonno).

UPPP prima e dopo la cura (Cliccare per ingrandire)

Fra tutti i pazienti, operati  per sindrome delle apnee ostruttive del sonno di varie gravità negli anni dal 1988 al 2006, 63 avevano eseguito una polisonnografia entro 6 mesi dopo l’intervento e sono stati quindi inseriti in questo studio.

Il 24% dei pazienti presentava dopo l’intervento un AHI minore di 5 (cioè normalizzato). Il 33% dei pazienti in totale aveva AHI inferiore a 10. Anche abbassando ulteriormente l’asticella, cioè considerando come “successo” una riduzione del 50% dello AHI indipendentemente dal valore dell’indice, si arrivava all’obiettivo solo nel 50% del totale.

Queste conclusioni poco incoraggianti sono particolarmente significative, perché vengono da un centro chirurgico di altissimo livello; sono comunque in linea con i risultati di una estesa meta-analisi effettuata nel 2007 (Ehlsaug et al), che riporta percentuali analoghe su una casistica più estesa, e confermano le conclusioni di una precedente revisione Cochrane (Sundaram et al, 2005), nella quale si concludeva che gli studi considerati non supportano l’uso della chirurgia nella apnea del sonno (“The studies assembled in the review do not provide evidence to support the use of surgery in sleep apnoea/hypopnoea syndrome, as overall significant benefit has not been demonstrated”).

Per leggere l’articolo cliccate sul link qui sotto:

mayoclinproc_84_9_006.pdf (Oggetto application/pdf)

Il gruppo di ricerca sulle neuroscienze e il Centro del Sonno dell’Ospedale San Raffaele di Milano hanno appena pubblicato sullo American Journal of Respiratory and Critical Care Medicine un articolo importante sulle conseguenze anatomiche della Sindrome delle Apnee Ostruttive del Sonno (OSAS).

Lo scopo dello studio era valutare i deficit neuro-psicologici provocati dalla OSAS grave e la loro correlazione con cambiamenti strutturali del cervello, e soprattutto la eventuale reversibilità di queste lesioni con la terapia.

Sono stati studiati 17 soggetti con OSAS grave (AHI maggiore di 30 e un notevole livello di ipossiemia), non ipertesi e non affetti da altre patologie che possano provocare lesioni cerebrali, e senza deficit cognitivo grave. Il gruppo di controllo era costituito da 15 soggetti di età e genere paragonabili, sani, con AHI minore di 5.

Tutti i soggetti sono stati sottoposti a polisonnografia; inoltre sono stati effettuati test neurofisiologici per valutare i diversi aspetti della funzione mentale, Scala di Epworth della sonnolenza (ESS), test per la valutazione della depressione, e alla Risonanza Magnetica Nucleare per valutare la presenza di lesioni organiche.

Nei soggetti con Apnea del Sonno è stato riscontrato un risultato peggiore, rispetto ai controlli, in quasi tutti i test neurocognitivi, nella sonnolenza, nell’umore e nei test per la valutazione della qualità di vita globale. Questi effetti erano già noti. Nuova invece la definizione, molto precisa, delle aree cerebrali in cui la risonanza magnetica ha identificato una lesione organica (riduzione di volume della materia grigia): l’ippocampo di sinistra, la parte posteriore della corteccia parietale di sinistra e il giro frontale superiore di destra.

Cliccare per ingrandire

Ma soprattutto questo lavoro ha per la prima volta dimostrato che queste lesioni possono essere reversibili: tutti i soggetti sono stati sottoposti a terapia con CPAP per tre mesi, e le modificazioni organiche sono completamente regredite. Gli autori sottolineano, fra le implicazioni della ricerca, la possibile importanza di questi risultati nel motivare i pazienti a seguire correttamente la terapia.

Potete leggere l’abstract dell’articolo sullo AJRCCM cliccando sul link:

http://171.66.122.149/cgi/content/abstract/201005-0693OCv1

Un ampio commento è anche riportato sulla rivista medica online “Medilexicon News”:

MediLexicon News – Sleep Apnea Linked To Cognitive Difficulties And Deficits In Gray Matter.