Perchè questo sito?
Perché un sito dedicato alla terapia con apparecchi dentali?
Perché è una terapia efficace per il russamento e le apnee del sonno. Sicuramente fra le più efficaci, fra quelle oggi disponibili, in termini di rapporto costo/beneficio. Soprattutto se consideriamo non solo il costo economico (che pure è modesto) ma soprattutto il costo biologico (effetti collaterali poco significativi) e quello psicologico (accettazione della terapia):
Sonnolenza e presidenza
sulle capacità decisionali del nostro Presidente del Consiglio ognuno, ovviamente, la pensa come vuole. Comunque questo articolo, appena pubblicato su L’Espresso, sembra piuttosto interessante sia dal punto di vista scientifico (per la totale affidabilità dell’intervistato, il prof. Luigi De Gennaro), sia perchè stasera è capodanno, e un po’ di allegria non guasta.
AUGURI A TUTTI DI BUON 2011
Come sempre cliccate sul link qui sotto per leggere l’articolo e, se volete, per farvi quattro risate:
Modifiche facciali dopo terapia con la CPAP
La terapia con la CPAP (Continuous Positive Airway Pressure) è stata proposta da Colin Sullivan e dal suo gruppo nel 1981, si è diffusa lentamente all’inizio e poi è diventata in una decina d’anni il punto di riferimento (“gold standard”) per la terapia della sindrome delle apnee ostruttive del sonno (OSAS).
Si tratta di un sistema concettualmente molto semplice e geniale: dato che la malattia è causata dal collabimento delle pareti della faringe, la macchina le tiene aperte aumentando la pressione dell’aria respirata; in pratica la faringe viene gonfiata come si fa con un palloncino.
Da quando questa terapia si è diffusa i dati sulla efficacia si sono accumulati (fino alle recenti scoperte sulla reversibilità delle lesioni cerebrali). L’unico aspetto negativo molto noto è che si tratta di una terapia impegnativa e spesso difficile da seguire per tutta la vita. Il paziente deve essere estremamente motivato, e in pratica questo è possibile solo nelle forme severe della malattia, e anche in queste non sempre si riesce ad ottenere una buona aderenza alla terapia.
Nel numero di ottobre 2010 di Chest, la rivista dello American College of Chest Physicians, è stato pubblicato un articolo del gruppo di Alan Lowe sulle alterazioni della morfologia della faccia provocate dalle maschere facciali della CPAP. Si tratta di un aspetto finora poco o nulla considerato di questa terapia………
Disturbi del sonno in pazienti con malattie reumatiche
Questo articolo, pubblicato in settembre 2010 sul Journal of Clinical Rheumatology, descrive uno studio anamnestico effettuato su 423 pazienti consecutivi della clinica reumatologica di un ospedale universitario canadese.
A tutti questi pazienti è stato chiesto di rispondere ad una serie di questionari specifici per diversi disturbi del sonno: OSAS (questionario di Berlino), sonnolenza diurna (ESS), qualità del sonno (PSQI), Sindrome delle gambe senza riposo (criteri diagnostici). Inoltre è stato somministrato il questionario CES-D per la valutazione della depressione.
I risultati delineano una prevalenza di sintomi dei disturbi del sonno notevolmente più elevata che nella popolazione generale:
- 25,7% dei soggetti presentava eccessiva sonnolenza diurna (ESS maggiore di 10)
- 67,3% segnalava una qualità scadente del sonno (PSQI maggiore di 5)
- 35,2% aveva un alto rischio di apnea del sonno (punteggio elevato al questionario di Berlino)
- 24% dei partecipanti presentava i sintomi della Sindrome delle gambe senza riposo (RLS)
I pazienti con punteggi elevati alla scala di Epworth e al PSQI presentavano punteggi significativamente peggiori nella valutazione di dolore, stanchezza, depressione, stress e nella situazione generale: in sostanza la malattia reumatica risultava peggiore nei pazienti con sonno più disturbato.
Le conclusioni degli autori sono che nei pazienti reumatici appare probabile una elevata prevalenza di disturbi del sonno misconosciuti: ipersonnolenza, scarsa qualità del sonno e probabilmente disturbi respiratori del sonno. Il suggerimento è di includere una valutazione del sonno nell’inquadramento standard delle malattie reumatiche. Questa valutazione dovrebbe comprendere la ESS e i criteri per la RLS.
Potete leggere l’abstract dell’articolo cliccando sul link qui sotto:
Hypersomnolence and sleep disorders in a rheumatic disease patient population
Un ampio commento all’articolo è stato pubblicato sul Corriere della Sera:
OBESITA’ INFANTILE 3: è associata ad obesità grave nell’adulto
Questo studio, appena pubblicato sul Journal of the American Medical Association, ha coinvolto quasi 9000 ragazzi, che avevano da 12 a 21 anni nel 1996; all’inizio dello studio sono stati misurati peso e altezza di tutti i soggetti.
I valori sono stati di nuovo misurati nel 2001-2002 e poi nel 2007-2009. L’obesità è stata definita per i giovani sotto i 20 anni come peso uguale o superiore al 95° percentile; per gli adulti come BMI superiore a 30. Obesità grave è stato considerato per i ragazzi un peso sopra al 120° percentile; per gli adulti un BMI superiore a 40.
Il risultato più significativo è che i ragazzi che sono obesi fra 12 e 21 anni hanno una probabilità molto elevata di avere una obesità grave da adulti: il 37% per i maschi, il 51,3% per le femmine. Il coefficiente di rischio rispetto ai non obesi è di 16 volte.
Ricordiamo che l’obesità grave è talmente correlata ad altre patologie metaboliche e cardiovascolari da essere considerata essa stessa una malattia (“morbid obesity”).
Potete leggere un commento/riassunto su Medical News:
Oppure l’abstract dell’articolo direttamente sul numero appena uscito del JAMA:
Convegno su incidenti stradali e sonnolenza
Su iniziativa del locale Automobile Club, si è svolto il 3 dicembre a Crotone un convegno su incidenti stradali e sonnolenza. Fra gli intervenuti S. Garbarino, neurologo AIMS e responsabile del Centro di neurologia e psicologia medica del Servizio sanitario della Polizia di Stato.
Sono stati sottolineati i rischi dovuti alla guida notturna (stragi del sabato sera), i rischi dovuti alla OSAS (che presenta fra i camionisti una frequenza più elevata che nel resto della popolazione), e la particolare incidentalità della strada statale 106, proprio nella zona di Crotone.
Potete leggere il resoconto dei principali interventi al convegno cliccando nel link qui sotto:
Lesioni organiche del cervello dovute alla apnea del sonno
Il gruppo di ricerca sulle neuroscienze e il Centro del Sonno dell’Ospedale San Raffaele di Milano hanno appena pubblicato sullo American Journal of Respiratory and Critical Care Medicine un articolo importante sulle conseguenze anatomiche della Sindrome delle Apnee Ostruttive del Sonno (OSAS).
Lo scopo dello studio era valutare i deficit neuro-psicologici provocati dalla OSAS grave e la loro correlazione con cambiamenti strutturali del cervello, e soprattutto la eventuale reversibilità di queste lesioni con la terapia.
Sono stati studiati 17 soggetti con OSAS grave (AHI maggiore di 30 e un notevole livello di ipossiemia), non ipertesi e non affetti da altre patologie che possano provocare lesioni cerebrali, e senza deficit cognitivo grave. Il gruppo di controllo era costituito da 15 soggetti di età e genere paragonabili, sani, con AHI minore di 5.
Tutti i soggetti sono stati sottoposti a polisonnografia; inoltre sono stati effettuati test neurofisiologici per valutare i diversi aspetti della funzione mentale, Scala di Epworth della sonnolenza (ESS), test per la valutazione della depressione, e alla Risonanza Magnetica Nucleare per valutare la presenza di lesioni organiche.
Nei soggetti con Apnea del Sonno è stato riscontrato un risultato peggiore, rispetto ai controlli, in quasi tutti i test neurocognitivi, nella sonnolenza, nell’umore e nei test per la valutazione della qualità di vita globale. Questi effetti erano già noti. Nuova invece la definizione, molto precisa, delle aree cerebrali in cui la risonanza magnetica ha identificato una lesione organica (riduzione di volume della materia grigia): l’ippocampo di sinistra, la parte posteriore della corteccia parietale di sinistra e il giro frontale superiore di destra.
Ma soprattutto questo lavoro ha per la prima volta dimostrato che queste lesioni possono essere reversibili: tutti i soggetti sono stati sottoposti a terapia con CPAP per tre mesi, e le modificazioni organiche sono completamente regredite. Gli autori sottolineano, fra le implicazioni della ricerca, la possibile importanza di questi risultati nel motivare i pazienti a seguire correttamente la terapia.
Potete leggere l’abstract dell’articolo sullo AJRCCM cliccando sul link:
http://171.66.122.149/cgi/content/abstract/201005-0693OCv1
Un ampio commento è anche riportato sulla rivista medica online “Medilexicon News”:
MediLexicon News – Sleep Apnea Linked To Cognitive Difficulties And Deficits In Gray Matter.