Articoli per la parola chiave ‘sonno’
Inutile mangiare meno se poi si dorme poco…
Un articolo su questo argomento, recentemente apparso su Annals of Internal Medicine ha richiamato molta attenzione anche da parte della stampa non specializzata (Los Angeles Times). Il titolo è appunto:
Insufficient Sleep Undermines Dietary Efforts to Reduce Adiposity
Il tema importante e merita di essere conosciuto da tutti. Il campione statistico è piccolo, ma le conclusioni sembrano confermare, da un punto di vista diverso, quelle di diversi lavori precedenti.Vi rimandiamo agli articoli su mancanza di sonno e aumento di peso presenti nella bibliografia del sito, e ai consigli sul sonno forniti da Bill Dement nel 1997.
Come sempre consigliamo a chi non ha familiarità con l’inglese di servirsi del traduttore Google, sul quale potete inserire direttamente il link all’articolo, copiandolo da qui sopra.
Altri articoli
Gli articoli che seguono riguardano la riduzione delle ore di sonno, tipica della nostra epoca, come causa di obesità. Sono fuori tema rispetto a OSAS e apparecchi dentali, ma ci sono sembrati molto interessanti, soprattutto la parte pediatrica.
- Short sleep duration and weight gain: a systematic review Patel Sanjay R. and Frank B. Hu – Obesity (Silver Spring), 2008
- Reduced sleep as an obesity risk factor Patel SR. – Obes Rev. 2009 (ABS)
- Overweight and Obese Patients in a Primary Care Population Report Less Sleep Than Patients With a Normal Body Mass Index Vorona Robert D.,; Maria P. Winn; Teresa W. Babineau; Benjamin P. Eng; Howard R. Feldman; J. Catesby Ware – Arch Intern Med, 2005
- The association between short sleep duration and obesity in young adults: a 13-year prospective study Hasler G, Buysse DJ, Klaghofer Gamma A, Ajdacic V, Eich D, Rössler W, Angst J. – Sleep. 2004 (ABS)
Articoli divulgativi
Articoli divulgativi comparsi sulla stampa italiana
Per il momento la ricerca è limitata a pochi articoli, comunque di livello ottimo
- Le apnee dei “russatori” Un pericolo sottovalutato – Corriere della Sera, 07.01.2010
- A dieta per non russare più – Corriere della Sera, 18.01-2010
- Russare aumenta il rischio di Ictus e infarti – Corriere della Sera, 10.02.2010
- Tosse cronica intrattabile? La colpa è delle apnee nel sonno – Corriere della Sera, 01.02.2010
- Sindrome dell’ apnea ostruttiva, chi russa è a rischio -La Repubblica, 06.04.2010
- L’apnea nel sonno raddoppia il rischio di ictus La Stampa – salute – 9 aprile 2010
- Quando russare diventa un campanello d’allarme dell’apnea ostruttiva notturna Tiscali: rubriche 05.07.2010
- Disturbi respiratori nel sonno Marsala.it 05.07.2010
- Quando russare fa male al sonno (e al cuore) La Repubblica – Salute- 13.10.2010
Risvegli e frammentazione del sonno
Il sonno normale è costituito da diversi cicli (di solito 4-5 per notte). Ogni ciclo comprende fasi di sonno più o meno profondo: dallo stadio 1, il più superficiale, allo stadio 4, il più profondo, e termina con una fase del cosiddetto sonno REM (caratterizzato da movimenti rapidi degli occhi, Rapid Eye Movements). La fase REM è quella in cui facciamo la gran parte dei nostri sogni. Se il soggetto viene svegliato in fase REM è ancora “nel” sogno, e quindi lo ricorda perfettamente.
La figura che segue mostra le fasi del sonno, qui diviso in 5 cicli, in condizioni ideali
Come si vede i cicli del sonno non sono uguali fra loro: nella prima parte della notte prevale il sonno profondo, che ha soprattutto la funzione di riposare corpo e mente. Nella seconda parte prevalgono le fasi superficiali e aumenta la parte di sonno REM, che in qualche misura ci prepara al risveglio.
Nella sindrome delle apnee del sonno la situazione è diversa: le interruzioni continue dovute ai risvegli (“arousal”), che sono necessari a consentire la ripresa della respirazione, causano la frammentazione del sonno, di cui abbiamo un esempio nella figura che segue (Patil, 2007).
Come si vede il sonno è frammentato, cioè la struttura è alterata da continue interrruzioni (risvegli elettroencefalografici, o arousal) e non si arriva quasi mai ad ottenere un sonno profondo. E’ difficile individuare dei veri e propri cicli del sonno e le fasi REM sono più numerose e disposte in modo irregolare nella notte. Questo tipo di sonno è poco ristoratore, e si associa di solito a sonnolenza diurna, esattamente come accade se c’è una durata insufficiente del sonno notturno.
Lo schema che segue sintetizza le conseguenze più importanti della frammentazione del sonno.