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Una domanda sulla disfagia
Domanda: mia madre accusa da tanti anni episodi di disfagia. le succede saltuariamente sia con il cibo e con la saliva e ora il ns. medico le ha prescritto un esame con i raggi x ed il contrasto. mia madre dice che non ha altri disturbi , ma questo problema la affligge ormai da 25 – 30 anni . sono preoccupata mi dire secondo Voi di cosa si tratta? grazie Amelia
Risposta: Innanzitutto grazie per la fiducia; tuttavia credo che un collega specialista in gastroenterologia potrebbe risponderle meglio.
Per quanto riguarda l’argomento di cui mi occupo e al quale è dedicato il sito, le Apnee del Sonno, esiste una patologia che è strettamente correlata con le apnee, il reflusso gastro-esofageo, che può causare tra l’altro una disfagia cronica del genere a cui lei si riferisce.
Tuttavia esistono molte altre cause possibili del sintomo che disturba sua madre, e andrebbero approfondite con il medico curante di sua madre ed eventualmente con un gastroenterologo. Se venisse confermato che sua madre soffre di reflusso, sarebbe opportuno indagare l’eventuale presenza di apnee notturne. In questo caso mi faccia sapere, potrei esserle utile.
Saluti
Franco Sacchi
Reflusso gastro-esofageo
Una conseguenza importante della OSAS è la forte pressione negativa che si crea all’interno del torace. Provate ad inspirare con forza tenendo la bocca e il naso chiusi: avvertirete nettamente la sensazione di “aspirazione” che è significativa proprio di questa forte pressione negativa, che si esercita nel tentativo di respirare malgrado l’ostruzione delle alte vie aeree. Una caratteristica della sindrome delle apnee del sonno è il movimento “paradossale”, cioè scoordinato, di torace e addome: il diaframma e la gabbia toracica si muovono così in controtempo fra loro, e il risultato visibile è un movimento simile a quello che si ha nel singhiozzo.
Le conseguenze di questa alterazione di pressione si esercitano sia modificando fortemente la dinamica della circolazione del sangue (aumento del pre-carico e del post-carico del cuore, vedi conseguenze dell’ipossia), sia determinando la aspirazione del contenuto gastrico nell’esofago (reflusso gastro-esofageo). Questo ritorno verso l’alto avviene quando la capacità del cosiddetto “sfintere esofageo inferiore” di impedire la risalita di liquidi dallo stomaco viene superata. E’ ovvio che a pari “tenuta” della barriera antireflusso, quanto maggiore è la pressione negativa, tanto maggiore sarà il rischio di reflusso.
I pazienti con OSAS hanno quindi un rischio elevato di reflusso gastro-esofageo, dimostrato da diversi studi. Il reflusso è stato studiato in modo dettagliato solo negli ultimi anni. I sintomi vengono classificati in due tipi:
- Sintomi tipici, noti da molto tempo, sono:
- la pirosi (senso di bruciore che dalla parte alta dell’addome tende a risalire verso la parte bassa del torace)
- il rigurgito (risalita di materiale contenuto dello stomaco fino alla faringe o anche alla bocca, in assenza di nausea o vomito, spesso favorita dalla posizione orizzontale)
- Sintomi atipici, in buona parte studiati in tempi recenti, sono:
- Esofagei: soprattutto deglutizione difficoltosa (disfagia) o dolorosa (odinofagia)
- Extraesofagei: faringite cronica (che va differenziata dalle faringiti infettive o allergiche), laringite cronica associata o meno a disturbi della voce (disfonia, raucedine), tosse cronica, episodi di risvegli notturni con senso di soffocamento (tipici anche delle apnee), senso di corpo estraneo in gola, asma bronchiale (i rapporti con il reflusso sono complessi ma ormai documentati), dolore toracico (che va differenziato dal dolore cardiaco), erosioni dentarie a forma rotonda (frequenti anche nei giovani affetti da anoressia/bulimia, per analoga presenza di materiale acido in bocca).
Come si vede si tratta di una sintomatologia molto complessa, facilmente confondibile con quella di diverse malattie e spesso causata dal sommarsi di diverse condizioni patologiche (reflusso + asma, reflusso + OSAS e così via). Non tutti i soggetti con reflusso hanno la OSAS, e non tutti i pazienti con apnee hanno reflusso, ma certamente le due condizioni si aggravano reciprocamente, come descritto ad esempio nei due studi seguenti:
- Il lavoro di Green et al (2003) ha dimostrato, su una popolazione di 331 pazienti affetti da apnee del sonno, la presenza di reflusso nel 62% dei casi. Inoltre lo stesso studio ha dimostrato un netto miglioramento della sintomatologia da reflusso nei soggetti che hanno effettuato terapia con la CPAP (riduzione del 50% del punteggio specifico), mentre quelli che non hanno seguito lo stesso trattamento non hanno avuto miglioramenti.
- Un altro studio (Friedman et al, 2007) ha dimostrato che, trattando il reflusso con farmaci specifici, si ottiene una (moderata) riduzione delle apnee anche senza terapia specifica per la OSAS. Insomma le due patologie si influenzano reciprocamente in entrambi i versi (miglioramento e peggioramento).